Colpo dello scorpione
Prigozhin in Bielorussia dopo il golpe? "Dove sta per attaccare"
Il colpo dello scorpione di Evgeni Prigozhin? Il "golpe per finta" del Gruppo Wagner potrebbe risolversi con un imprevedibile colpo di scena: dopo il patto raggiunto con Vladimir Putin a 200 chilometri da Mosca, la Wagner potrebbe ora cercare di conquistare Kiev con un attacco dalla Bielorussia. A mettere in guardia i leader ucraini e occidentali è stato Richard Dannatt, ex capo di Stato Maggiore delle forze armate britanniche, all'indomani della marcia su Mosca dell'organizzazione di mercenari e del successivo annuncio che Prigozhin andrà "in esilio" in Bielorussia.
"Il fatto che sia andato in Bielorussia è motivo di preoccupazione", ha dichiarato Dannatt a Sky News, sottolineando che se Prigozhin ha "mantenuto un'efficace forza combattente attorno a sé, allora rappresenta di nuovo una minaccia per il fianco ucraino più vicino a Kiev". Secondo l'ex capo di Stato maggiore, "è plausibile" che la Russia possa utilizzare il gruppo Wagner per tentare di prendere la capitale ucraina.
I mercenari dell'ormai ex "cuoco di Putin" nel frattempo si stanno ritirando dalla regione russa di Voronezh, secondo quanto ha riferito il governatore regionale, Alexandr Gusev, con un messaggio sul social Vkontakte. Il ritiro sta avvenendo "in modo regolare e senza incidenti", ha precisato il governatore. Gusev ha aggiunto che, in seguito al ritiro, tutte le restrizioni agli spostamenti verranno rimosse.
Il battaglione Akhmat delle forze armate cecene ha lasciato invece la regione di Rostov per tornare a combattere sul fronte ucraino. Lo riporta la Tass citando il vice comandante dell'unità speciale Apty Alaudinov. I ceceni si erano spostati verso la zona di Rostov per "tenere sotto controllo la situazione, se necessario" dopo quanto accaduto ieri con le azioni della Wagner e ora torneranno a "lavorare nella zona dell'operazione militare speciale per liberare Maryinka", ha detto il braccio destro di Ramzan Kadyrov, che anche sabato ha giurato fedeltà a Putin nelle ore più drammatiche della ribellione.