Minaccia

Ucraina, uno choc: ecco quali armi sono arrivate al fronte

Carlo Nicolato

Gli Stati Uniti sarebbero pronti a fornire proiettili all’uranio impoverito per i carri armati Abrams già consegnati o in via di consegna all’Ucraina. Per il Wall Street Journal la decisione è arrivata dopo grandi discussioni sui pro e i contro dell’operazione.  «Non c'è bisogno di agire in modo preventivo. Abbiamo molte munizioni di questo tipo con uranio impoverito, se vengono utilizzate, ci riserviamo anche il diritto di usare le stesse munizioni. Le abbiamo in magazzino, solo che non le usiamo», ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin, citato dall'agenzia di stampa statale Ria Novosti.
Putin inoltre ha dichiarato ieri di ritenere che l'Ucraina abbia perso dal 25% al 30% dei veicoli militari forniti a Kiev dai Paesi occidentali dall'inizio della sua controffensiva e che le perdite umane dell'Ucraina siano state 10 volte superiori a quelle della Russia. Putin ha aggiunto che la Russia ha perso 50 dei suoi carri armati nei combattimenti, alcuni dei quali potrebbero essere riparati, e che l'Ucraina ne ha invece persi persi più di 160. Dichiarazioni che stridono con quelle di Kiev secondo cui le forze ucraine stanno avanzando sia nel Donetsk che a Zaporizhzhya, e anche con quelle del capo della Wagner secondo cui il potenziale offensivo del nemico non è affatto esaurito e che casomai i conti delle perdite si faranno in autunno.

 

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A tale “sfida” Putin ha risposto ordinando un ennesimo bombardamento su Kryvyi Rih, la città natale di Zelensky, nella regione di Dnipropetrovsk. L’attacco, avvenuto con sei missili, ha provocato la morte di almeno sei civili e il ferimento di altri 25, e ha provocato la condanna dell’Onu. Nonché ovviamente quella del presidente ucraino che non ha potuto che rimarcare l’aspetto del tutto terroristico e senza alcun interesse strategico-militare del bombardamento. Putin ha invece avvisato che se continueranno gli attacchi al territorio russo dall'Ucraina, Mosca dovrà prendere in considerazione la creazione di una “zona sanitaria”, ovvero una zona di sicurezza in Ucraina, “in modo che non possano raggiungerci”. Non è chiaro che cosa intenda il presidente russo con tali parole, ma probabilmente l’intenzione è quella di passare al contrattacco e conquistare un’altra fetta di territorio Ucraino al di là di quello che le truppe russe già controllano. Putin ha anche firmato ieri la legge che archivia l’accordo con l’Ucraina in quanto “confinante” sul Mar d’Azov, definito ora, dopo l’annessione delle regioni ucraine di Zaporizhzhya, Kherson e Donetsk, come “mare interno” della Federazione russa.