Asse di ferro

Lula in Cina, asse con Xi Jinping: "Cambiare la governance globale"

Un'intesa non solo commerciale, ma che si spinge fino all'idea di "cambiare la governance globale". Con questo messaggio è giunto a Pechino il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, accolto con tutti gli onori dal presidente cinese, Xi Jinping. L'ospite di riguardo è stato ricevuto in pompa magna: sullo spiazzo antistante l'ingresso est della Grande Sala del Popolo sono sfilati circa 400 militari del picchetto d'onore sotto gli occhi dei due capi di Stato. La Cina ha steso il tappeto rosso per Lula - in maniera non dissimile rispetto a quanto fatto settimana scorsa, quando a Pechino giunse il presidente francese, Emmanuel Macron - e il presidente brasiliano ha chiarito senza mezzi termini la direzione che intende imprimere alle relazioni con Pechino, dopo gli anni dell'isolamento internazionale del Paese sotto la guida del suo predecessore, Jair Bolsonaro.

 

 

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"Vogliamo dire al mondo che non abbiamo pregiudizi nei confronti del popolo cinese e che nessuno vieterà al Brasile di migliorare i suoi rapporti con la Cina", ha scandito Lula. "Gli interessi nella partnership con la Cina non sono solo commerciali", ha detto il presidente brasiliano, che apre a una partnership con Pechino per "cambiare la governance globale". Parole che suonano come stoccate agli Stati Uniti, all'indomani delle critiche del presidente brasiliano al ruolo del dollaro Usa nell'economia internazionale e al Fondo Monetario Internazionale durante la tappa a Shanghai, e ricambiate dagli elogi di Xi per l'ospite di riguardo. Lula è "un amico di lunga data", lo ha definito Xi, e la Cina considera le relazioni con il Brasile "in modo strategico e di vasta portata". 

Lula, ha detto il presidente cinese, è "un grande amico del popolo cinese" che ha promosso le relazioni bilaterali: Cina e Brasile condividono ampi interessi comuni e la Cina è disposta a lavorare con il Brasile per "un nuovo futuro delle relazioni" bilaterali. Durante i colloqui a Pechino non poteva mancare un passaggio sulla guerra in Ucraina, tema che lo stesso Lula aveva anticipato di volere trattare con Xi, durante il viaggio a Pechino. I due capi di Stato, riferisce la televisione di Stato cinese Cctv, hanno convenuto che "il dialogo e il negoziato sono l'unica via d'uscita praticabile alla crisi" e Cina e Brasile sostengono "tutti gli sforzi per risolvere pacificamente la crisi". Nessuna crepa traspare dall'incontro di oggi, che celebra l'intesa tra Xi e Lula, al suo terzo viaggio in Cina da presidente brasiliano, dopo le missioni del 2004 e del 2009, durante i suoi primi due mandati presidenziali: Cina e Brasile devono rispondere ai "grandi cambiamenti" in corso a livello internazionale promuovendo "un vero multilateralismo", ha detto Xi, e una governance globale "più giusta e ragionevole".

 

 

 

 

Un'atmosfera, quella tra Lula e Xi, che contrasta con il clima, ben più teso, che ha scandito l'incontro, poche ore prima, tra la ministro degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, e il suo omologo cinese, Qin Gang. Baerbock, giunta ieri in Cina, ha chiesto a chiare lettere a Pechino di convincere la Russia a fermare la guerra in Ucraina e non ha risparmiato critiche, sia sul tema dei diritti umani che sulla questione di Taiwan (una riunificazione con la forza dell'isola alla Cina non sarebbe accettabile per gli europei, ha detto), temi che non risultano trattati nell'incontro tra Xi e il suo omologo brasiliano, secondo quanto emerso finora. Al contrario, Xi e Lula hanno assistito alla firma di 14 accordi di cooperazione bilaterale. La Cina è dal 2009 il primo partner commerciale del Brasile e si è riconfermata tale lo scorso anno: secondo stime del governo brasiliano, la Cina ha importato oltre 89,7 miliardi di dollari di merci dal Brasile lo scorso anno, mentre le esportazioni di merci cinesi verso il Brasile hanno raggiunto quota 60,7 miliardi di dollari. Dalla prima visita di Lula in Cina, nel 2004, l'interscambio tra i due Paesi è cresciuto di 21 volte, superando quello tra Brasile e Stati Uniti. Tra le intese siglate oggi ci sono quelle per agevolare gli scambi tra i ministeri degli Esteri e dell'Industria dei due Paesi, e trattati per la cooperazione nei campi della scienza, della tecnologia, dell'aerospazio, dell'informazione e dei media, dello sviluppo sociale, della lotta alla fame, della finanza e dell'agricoltura.