La rivolta
Macron, il report che lo mette a rischio: Francia, può accadere di tutto
Il governo francese rischia di avere le ore contate. È previsto nel pomeriggio il voto dell’Assemblée Nationale sulle due "mozioni di censura" al governo guidato da Elisabeth Borne. Al centro la riforma delle pensioni arrivata con una forzatura da parte del presidente Emmanuel Macron, che ha scavalcato il Parlamento. A momento, stando alle indiscrezioni, all'appello mancherebbero tra i 10 e i 15 voti. Un numero tutt'altro che esiguo per la tenuta dell'esecutivo. Ma non è tutto.
Il sondaggio Elabe citato da BfmTv parla di "quasi sette francesi su dieci". Questi ultimi sperano che i parlamentari votino la censura contro il governo della Borne, inclusa una maggioranza ristretta (51 per cento) di elettori di Macron al secondo turno delle elezioni presidenziali. E anche se, come è probabile, non passasse la mozione, il 68 per cento vuole comunque le dimissioni della premier mentre il 65 degli intervistati ha espresso sostegno o simpatia per la mobilitazione sociale.
Tra le novità contenute nella riforma l'innalzamento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni e una stretta sulle cosiddette pensioni speciali. Ossia quelle destinate a diverse categorie di lavoratori. Tra questi gli ex dipendenti della Ratp (la rete di trasporti della capitalem ndr), di elettricità e gas, della Banca di Francia e del Consiglio economico, sociale e ambientale. Privilegi che secondo Macron devono finire per portare il sistema previdenziale su un unico livello per tutti i francesi, ad eccezione dei lavori usuranti. La pensione minima salirà però a 1.200 euro al mese.