Il caso Tyre Nichols
Tyre Nichols pestato a morte dai poliziotti: video choc
"Protestate, ma pacificamente". Il caso di Tyre Nichols, giovane afroamericano ucciso da 5 poliziotti a Memphis, anche loro afroamericani, ha sconvolto gli Stati Uniti e costretto il presidente Joe Biden a invocare la calma. Dopo alcune manifestazioni in strada, è arrivata la prima proteste eclatante: entrambe le corsie del ponte I-55, un'importante autostrada di Memphis, è stata bloccata da numerosi manifestanti. Troppo crudo e brutale il video, diffuso dalle autorità, in cui si assiste in diretta all'agonia del ragazzo morto all'inizio di gennaio.
"Smetteranno di uccidere persone nella nostra città", hanno urlato nei megafoni i manifestanti, nessuno dei quali è stato arrestato dalle forze dell'ordine. "Smetteranno di uccidere i nostri fratelli e sorelle in questa città. Quando verranno, resteremo fermi, canteremo ancora il nome di Tyre Nichols. Resisteremo al dipartimento di polizia responsabile", ha dichiarato un manifestante.
Il pestaggio del 29enne riaccende, di fatto, il movimento Black Lives Matter. I video mostrano quanto accaduto durante l'arresto per guida pericolosa del ragazzo, deceduto tre giorni dopo a causa delle ferite riportate. I cinque poliziotti sono stati licenziati e incriminati per una serie di reati tra cui omicidio di secondo grado, sequestro aggravato e aggressione aggravata. Nel terzo video la maggior parte delle immagini sono oscurate, la bodycam dell'agente non sembra in funzione. Si sente solo l'audio e la voce di Nichols che si lamenta. Le immagini sono state registrate la sera del 7 gennaio e documentano la violenza con cui i poliziotti si accaniscono su una persona inerme e in manette. I primi tre video vengono delle body cam in dotazione ai poliziotti e mostrano la concitazione, il fiatone degli agenti che hanno rincorso Nichols, fermato per un'infrazione stradale. Il terzo video, in realtà, registra solo l'audio, perché la telecamera è girata verso l'interno, forse nella concitazione dell'inseguimento, forse non casualmente, poiché è quella che avrebbe potuto mostrare da vicino l'aggressione brutale, documentata invece da una telecamera di sicurezza piazzata in alto, all'incrocio della strada, di cui gli agenti potrebbero non aver avuto la consapevolezza. Le immagini, in questo caso senza audio, sono sconvolgenti, come aveva confessato qualche ora prima il direttore dell'Fbi, Christopher Wray: Nichols è a terra, le mani legate dietro la schiena, tenuto fermo da due poliziotti, quando a un certo punto arriva un terzo poliziotto e comincia a colpire Nichols alla testa, come fosse un pallone da football. Uno, due, tre calci, poi due pugni, poi un altro calcio. Gli agenti hanno usato spray al peperoncino, poi un bastone d'acciaio retrattile. Un accanimento simile a una tortura.
"Voglio solo tornare a casa": sono state queste le ultime drammatiche parole di Nichols. "Dannazione, non ho fatto niente", ripete ai poliziotti che lo stanno colpendo con calci e pugni. Una vera e propria esecuzione che provocherà una emorragia interna fatale. Il filmato mostra anche come l'uomo non abbia reagito ai poliziotti, ma abbia solo cercato di scappare, salvo poi essere inseguito e preso dagli agenti. Una volta a terra, esanime, la vittima ha dovuto attendere per 22 minuti l'arrivo di una ambulanza, secondo quanto scrive il Washington Post dopo aver analizzato il video rilasciato dalla polizia di Memphis.