Processo
Donald Trump e lo stupro: "A lei piaceva", America sconvolta
Tasse e sesso, le due spine di Donald Trump in vista delle presidenziali Usa del 2024. Poche ore fa la sua Trump Organization è stata condanna a pagare 1,6 milioni di dollari per aver frodato il Fisco americano, ma l'opinione pubblica degli Stati Uniti si sta interrogando in queste ore su un'altra questione, ben più piccante. Sono infatti state diffuse dalla stampa le dichiarazioni che l'ex presidente repubblicano (pronto a sfidare nuovamente il democratico Joe Biden) ha rilasciato in tribunale durante la sua testimonianza nel processo che lo vede accusato di stupro da Jean Carroll.
La donna ha sostenuto di essere stata violentata a metà degli Anni 90. Il tycoon ha ovviamente negato tutti i pesantissimi addebiti: "Non la conosco. Penso sia malata, malata mentalmente". Quindi ha fatto riferimento a una intervista della stessa Carroll alla Cnn: la sua accusatrice, ha ricordato Trump agli inquirenti, ha dichiarato che le piaceva essere aggredita sessualmente. Peraltro, ha aggiunto, "lei non è il mio tipo". Parole, queste ultime, giudicate molto duramente dal giudice di New York Lewis Kaplan: la toga ha infatti etichettato come "assurdo" il tentativo di Trump di respingere l'azione legale della Carroll, Secondo il giudice, le argomentazioni dell'ex presidente non hanno merito. La stessa Carroll, sconcertata e furiosa, ha deciso di depositare una nuova denuncia contro The Donald, questa volta per diffamazione.
Se nel caso della condanna della Trump Organization il danno, per l'ex presidente, è puramente d'immagine (né lui né i figli sono stati coinvolti penalmente nella sentenza), questo sex scandal minaccia di gettare un'ombra lunga, lunghissima, in grado di arrivare fino alle urne.
Leggi anche: Joe Biden come Trump? "Report riservati in ufficio"