L'elefantino
Giuliano Ferrara, la rivelazione: "Il Natale di Putin, come è ridotto davvero"
Il Natale di Putin. Al Cremlino queste Feste saranno segnate da una guerra ormai lunga e che finora non ha visto sbocchi se non l'invasione di un Paese sovrano come l'Ucraina. E ora il presidente russo, Vladimir Putin deve fare i conti con questo Natale che di certo dalle parti di Mosca è totalmente diverso rispetto agli ultimi.
E a tracciare un profilo chiaro di questo zar ormai decadente è Giuliano Ferrara sul Foglio: "Putin è uscito dalla configurazione di leadership in senso kissingeriano, uomo attento all'equilibrio e alla sicurezza reciproca, dedito all'accumulazione e alla riforma, desinato immancabilmente a durare, ne è uscito definitivamente. Un anno di guerra spietata e insensata ha fatto di lui un bullo globale, che fa paura anche ai pochi amici che gli sono rimasti". Poi l'affondo: "Ha tenuto un paio di kermesse nazionaliste, con la solita cartolina precetto per le grandi folle, e sotto Natale deve arrendersi a un comportamento erratico, inspiegabile e non spiegato, cancellare le date, le dirette, le conferenze stampa, i discorsi alla Duma di Mosca. Ha annesso territori ma subito dopo ha dovuto guadare il Dnepr verso est, sta ripittando lo scenario di morte e distruzione di Mariupol dietro lo schermo di menzogna della Grande Cultura Russa, vanta l'impresa del Mar d'Azov che nemmeno Caterina la Grande, continua a infliggere tormento e sofferenza, ma chiunque lo conosca, chiunque abbia letto il suo straordinario ritratto scritto da Giuliano Da Empoli, un vero romanzo russo, sa che puoi far piovere un grande arsenale missilistico su un popolo "fraterno" che ti odierà per generazioni, in una guerra che hai scelto e preparato per anni, puoi minacciare la deterrenza atomica e ritirare la minaccia e minacciare ancora, e tuttavia ti è preclusa la prospettiva di festeggiare una qualsiasi vittoria".
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Infine Ferrara fa una riflessione su come è cambiato il ruolo di Putin con l'inizio della guerra: "Entrando nella condizione dello stragista seriale, dell'offensore non provocato, del domatore senza denti della bestia libertaria e indipendentista armata dalle democrazie di tutto il mondo, Putin ha sacrificato la cosa cui teneva forse di più, l'intelligenza del potere, l'intelligence, la capacità di sapere e anticipare i fatti per determinare il corso della storia. E' stato un crimine e molto più di un crimine, è stato un colossale e fatale errore politico. Triste Natale per una vecchia spia che sta distruggendo un'antica e grande nazione e un dispotismo di stato che sembrava un meccanismo inscalfibile, eterno".