Il fronte
Zelensky fregato da Biden? "Tutto alle sue spalle..."
Le elezioni di mid-term hanno consegnato un’America spaccata in due, come era ampiamente prevedibile. Un aspetto è però comune a entrambi gli schieramenti, ovvero il desiderio di concentrarsi più sulle questioni interne che su quelle estere dopo vent’anni di “avventure e sconfitte” nelle “inutili guerre al terrorismo”. Lo scrive Lucio Caracciolo, che sulla Stampa ha analizzato la situazione degli Stati Uniti.
Innanzitutto l’esperto geopolitico si è detto sicuro che “diventerà più esplicita la tendenza già visibile a negoziare con i russi un compromesso che consenta di congelare il conflitto in Ucraina”. Con buona pace di Volodymyr Zelensky, che invece quel conflitto vorrebbe risolverlo a suo favore sul campo, grazie ai soldi e alle armi degli americani. A Kiev sarebbero “irritati” e “non convinti” dalle rassicurazioni di Joe Biden sul fatto che nulla sarà deciso senza gli ucraini o contro di loro: "Sono mesi che russi e americani trattano in canali riservati, dai quali non sempre tutto trapela a Kiev.
“Ora che sanzioni e controazioni cominciano a mordere seriamente in Europa - sottolinea Caracciolo - a dividere gli europei fra loro e nelle singole nazioni, l'accenno di disimpegno americano non promette nulla di buono per quanto riguarda la faticosa ricerca di un compromesso europeo fra nordici e baltici, decisi a sbarazzarsi della Russia una volta per tutte, e i molto più tiepidi euroccidentali”. Questioni di priorità, che alla Casa Bianca sono molto diverse da quelle di ucraini ed europei: salvare la democrazia americana e contrastare la Cina. “Piaccia o non piaccia - è la chiosa di Caracciolo - con questa realtà dovremo fare i conti”.