Inchiesta

Macron, lo scandalo: come fa i milioni l'ecologista al suo servizio

Mauro Zanon

I ministri francesi, all'inizio del mandato, hanno l'obbligo di compilare la cosiddetta "déclaration d'intérêts", che attesta l'assenza di conflitti di interessi suscettibili di interferire con il ruolo ricoperto nell'esecutivo. Ma non tutti adempiono quest' obbligo senza sbavature. Secondo quanto rivelato da un'inchiesta del giornale online Disclose, Agnès Pannier-Runacher, ministra della Transizione energetica e pezzo da novanta del governo francese, si sarebbe infatti "scordata" di menzionare in tale dichiarazione i suoi legami familiari con una società i cui fondi sono parzialmente domiciliati in alcuni paradisi fiscali. «Petrolio e paradisi fiscali, gli interessi nascosti della ministra della Transizione energetica», è il titolo dell'inchiesta di Disclose. La società cui fa riferimento il media investigativo francese si chiama Arjunem ed è stata creata nel 2016 dal padre della ministra, Jean-Michel Runacher, storico dirigente di Perenco, gigante del petrolio transalpino (secondo solo a Total).

 

 

 

Problema: tra gli azionisti, oltre al padre di Agnès Pannier-Runacher, ci sono anche i suoi tre figli (nel 2016 avevano 13, 10 e 5 anni) e uno dei loro cugini. All'epoca, poiché erano ancora minorenni, è la ministra a mettere la firma al posto dei figli come rappresentante legale, mentre il padre, Jean-Michel, inietta nella società 1,2 milioni di euro. L'obiettivo? Fare una donazione ai suoi amati nipoti, evitando loro, con questo meccanismo, di pagare le tasse di successione alla sua morte. Ma c'è un aspetto ben più scivoloso. Secondo l'inchiesta di Disclose, il patrimonio apportato dal padre della ministra proveniva infatti da fondi speculativi dissimulati in paradisi fiscali e in cui Perenco possedeva all'epoca i suoi investimenti. Il primo fondo, battezzato "Blue Omega Cell", è domiciliato a Guernesey, paradiso fiscale che figurava nella lista nera dell'Unione europea fino al 2019. Il secondo, MW Global Opportunities, è immatricolato in Irlanda e investe da Honk Kong. Il terzo, stando all'inchiesta di Disclose, è gestito da Millenium Management, società di gestione con sedi a Londra e New York, di proprietà di una holding situata nel paradiso fiscale del Delaware.

 

 

 

La ministra della Transizione energetica, che ieri ha parlato di «accuse calunniose», ha avuto due occasioni per informare la Haute autorité pour la transparence de la vie publique (Hatvp): dopo la sua nomina a segretario di Stato presso il ministro dell'Economia (2018), e in seguito come ministro dell'Industria (2020). Ma di Arjunem non c'è traccia in alcuna dichiarazione. Un semplice vuoto di memoria? La Hatvp ha aperto ieri un'inchiesta per capire se esiste un potenziale conflitto di interessi generato dai legami tra l'impresa familiare Arjunem e il colosso del petrolio Perenco.