Chi vigila chi

Macron si inchina a Meloni: "Non è il termine giusto"

"Vigilare? Non è il termine giusto. Ciò che conta, invece, è la relazione bilaterale Francia-Italia e l'Europa, e quindi andremo avanti": Emmanuel Macron è stato costretto a smentire ciò che era trapelato nei giorni scorsi da fonti vicine all'Eliseo, come si legge su La Stampa. Dopo il faccia a faccia tra il presidente francese e la premier italiana, infatti, quelle fonti - citate dall'Afp a tarda notte - avevano dichiarato: "Giudicheremo il nuovo governo dagli atti. C'è vigilanza, c'è una esigenza da parte del presidente della Repubblica".

 

 

 

Quelle parole ricordavano un po' le dichiarazioni fatte a inizio ottobre dalla ministra degli Affari europei Laurence Boone: "Vigileremo su diritti e libertà". Ecco perché, dopo quest'ultimo caso, si è registrata nuova irritazione nello staff della premier, che quindi ha precisato: "Non vi sono tracce nell'incontro di riferimento alcuno a ipotesi di vigilanza straniera sulla democrazia italiana, come invece riportato da alcuni organi di stampa". Una smentita netta, poi replicata dallo stesso Macron.

 

 

 

Intanto, l'incontro di Macron con Meloni ha fatto discutere parecchio la sinistra francese. Sandrine Rousseau dei Verdi, per esempio, ha condannato la "condiscendenza di Macron verso il fascismo e l'estrema destra. Avrebbe potuto sottolineare il fatto che la Francia non coopera con regimi che si rifanno a Mussolini". Mentre la sinistra radicale di Melenchon ha attaccato Macron per essere corso "a parlare con la leader fascista Meloni".