L'ultimo atto
Vladimir Putin, referendum e atomica? "Tutti i mezzi possibili"
Dopo una lunga attesa carica di mistero - le indiscrezioni riferiscono di fortissime frizioni al Cremlino sul contenuto del suo discorso -, Vladimir Putin parla al mondo, un messaggio minaccioso, pre-registrato, dopo l'annuncio dell'imminente referendum sull'annessione del Donbass.
Lo zar, questo il punto saliente, annuncia la mobilitazione parziale della Russia: insomma, non mobilitazione generale, ma parziale. Ergo, crescita dell'offensiva sul campo: il Cremlino amplia le sue possibilità di arruolare e rimpolpare l'esercito. Insomma, Putin ammette implicitamente di essere a corto di uomini, Evitata la mobilitazione generale probabilmente per evitare le proteste e le ribellioni che avrebbe generato.
A stretto giro di posta, Putin aggiunge che "gli obiettivi principali dell'operazione speciale rimangono invariati". E ancora, ha aggiunto che "la repubblica popolare di Lugansk è stata completamente liberata, mentre quella di Donetsk lo è stata parzialmente".
Ma un passaggio, in particolare, spaventa il mondo: "Per difendere il Paese, utilizzeremo tutti i mezzi possibili", afferma chiaro e tondo Putin. Non usa il termine "bomba atomica" o "nucleare", ma i riferimenti appaiono fin troppo chiari. Il timore, infatti, è che lo zar possa usare il referendum nel Donbass e la probabile annessione per giustificare un contrattacco nucleare contro l'Ucraina. "Tutti i mezzi possibili", appunto, nel caso in cui venisse attaccato il territorio russo.
A tal proposito, rispondendo agli Stati Uniti e Joe Biden, ha affermato: "Ricordo che anche la Russia ha le armi nucleari". E ancora, nel sistematico ribaltamento della realtà, ha affermato che "l'Occidente vuole distruggere la Russia come già è stata distrutta l'Urss".
Sui referendum in Donbass, Putin ha spiegato che "hanno il pieno sostegno della Russia". E ancora, ha sottolineato che "appoggeremo le decisioni prese con i referendum". Come se quei referendum-farsa fossero indipendenti...