La guerra in Europa
Vladimir Putin sbotta con i suoi generali: "Siete una manica di incapaci"
Non era mai successo finora: a San Pietroburgo gli eletti locali hanno pubblicamente chiesto le dimissioni dello zar. Sette consiglieri comunali della sua città natale hanno scritto una lettera nella quale accusano Vladimir Putin di "tradimento". spiegando che la guerra in Ucraina "nuoce alla sicurezza della Russia e dei suoi cittadini". Questa presa di posizione, unita alle notizie che arrivano dal campo, dove la controffensiva dell'esercito di Kiev, ha fatto sbottare Putin: "Siete una manica di incapaci", avrebbe detto venerdì in una riunione a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza ai capi degli apparati militari e d'intelligence, che lo ascoltavano come scolaretti in silenzio. Secondo il retroscena di Paolo Valentino per il Corriere della Sera la sconfitta non era un'opzione nell'universo di Putin. Ora è successo, ma pare che al Cremlino ci sia incertezza sul da farsi.
Sbollita la furia, continua Valentino, lo zar avrebbe imposto al Consiglio di Sicurezza un ritorno alla strategia di guerra iniziale, quella di bombardare a tappeto infrastrutture critiche ucraine con l'obiettivo di provocare il caos e minare l'appoggio fin qui forte della popolazione alla linea della resistenza a oltranza proclamata dal governo. L'attacco del fine settimana alla centrale elettrica di Kharkiv, che per lunghe ore ha lasciato al buio l'intera regione, sarebbe figlio di questa indicazione.
Ma il problema serio per Putin è che quello che sta succedendo in Ucraina ha più conseguenze a Mosca che fra le truppe al fronte. Anche perché, nell'incontro a porte chiuse, è venuto fuori che gli ucraini sarebbero riusciti a infiltrare decine di gruppi di ricognizione e sabotaggio dentro i confini della Federazione Russa con una probabilità "molto alta" che l'esercito di Kiev riesca a occupare parti sia pure piccole di territorio russo. "Sarebbe per loro un colossale successo, soprattutto dal punto di vista psicologico e propagandistico", ha detto il politologo di provata fede putiniana come Sergeij Markov. Con conseguenze ben peggiori. Un assaggio è arrivato insieme a un'altra lettera, questa arrivata da Mosca: alcuni consiglieri della circoscrizione Lomonossov, senza far riferimento alla guerra, hanno chiesto a Putin di dimettersi, perché "è dimostrato che i cittadini dei Paesi dove ci sono regolari cambi di potere vivono meglio e più a lungo di quelli dove i dirigenti se ne vanno solo da morti". Più chiari di così.