Ministro degli Esteri russo
Sergej Lavrov, le parole che lo confermano: Putin, fine imminente
"Noi non rifiutiamo i negoziati, ma chi rifiuta deve capire che più ritarda questo processo, più difficile sarà negoziare": il ministro degli Esteri Sergei Lavrov utilizza queste parole per la prima volta dall'inizio della guerra in Ucraina. Il suo è, forse, un riferimento velato a Vladimir Putin? Lavrov, che parla apertamente di negoziati, all'inizio era contrario alla guerra contro Kiev. Poi pare si sia convertito. Anche se queste ultime parole lasciano qualche dubbio in merito alle sue reali intenzioni.
Gli avvenimenti sul campo iniziano ad avere ripercussioni anche ai piani alti del Cremlino. La ritirata da Kharkiv - come sottolinea il Corriere della Sera - non è ancora una vittoria ucraina, visto che un quinto del Paese resta nelle mani di Putin, ma rappresenta certo un importante successo per Kiev. A parlare della situazione anche Ramzan Kadyrov, il capo ceceno, che ha detto: "Ci sono stati errori e se non si cambia strategia, andrò io a spiegarlo ai vertici di Mosca: è una situazione infernale".
Nel frattempo cerca di fare pressione anche il presidente francese Emmanuel Macron, che in una telefonata avrebbe proposto a Putin di "ritirare le armi pesanti dalla centrale di Zaporizhzhia". E le sanzioni sembrano non aiutare lo zar. "Pagherà un prezzo molto alto per questo fallimento - ha detto Bill Burns, direttore della Cia - non solo è stata smascherata la debolezza dell'esercito: ci saranno danni economici per generazioni".