Lo zar e il dragone
Xi Jinping e Putin, patto d'acciaio contro gli Usa: ecco cosa prevede
Mentre a Taiwan arrivava in visita la speaker della Camera Usa Nancy Pelosi, suscitando le ire della Cina, che da 70 anni minaccia di invadere l'isola, la Russia ne approfittava per solidarizzare con Pechino, ricambiando l'appoggio cinese nell'affrontare le sanzioni, nonché nel non condannare l'attacco all'Ucraina. La portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova ha ieri accusato gli Stati Uniti «di destabilizzare il mondo» con la visita della Pelosi e le manovre aeronavali della portaerei Reagan, sebbene anche i cinesi stiano attuando anch' essi esercitazioni militari. Ha scritto su Telegram: «Washington destabilizza il mondo. Non un solo conflitto risolto negli ultimi decenni, ma tanti provocati». Le ha dato manforte il portavoce del Cremlino Dimitri Peskov: «L'approccio cinese, molto sensibile su Taiwan, è comprensibile. E invece di rispettare queste sensibilità, gli Usa scelgono il confronto». La tensione Usa-Russia è massima poiché, dopo la mozione con cui il Congresso prevede di chiedere di includere la Russia «fra gli stati terroristi», Mosca minaccia di «rompere le relazioni con l'America».
RAPIMENTI E TORTURE
Per contrasto, la Corte Suprema Russa, accusa di terrorismo il reggimento Azov, formato come noto da nazionalisti ucraini, di cui centinaia di membri sono tuttora prigionieri dopo essersi arresi al termine del lungo assedio all'acciaieria Azovstal di Mariupol. La corte si sarebbe basata su «testimonianze di civili di Mariupol e Volnovakha», i cui parenti sarebbero stati rapiti, uccisi o torturati da vari membri del reparto. La corte russa intende punire i fondatori e ufficiali comandanti dell'Azov con pene fra 15 e 20 anni di prigione, più pene pecuniarie da 1 milione di rubli (circa 16.000 dollari) mentre per i ranghi inferiori sono previsti da 5 a 10 anni e mezzo milione di rubli (circa 8000 dollari). Frattanto, il Ministero della Difesa di Mosca rinnova le accuse agli Stati Uniti di «coinvolgimento diretto» nella guerra. Il che non è una novità in termini di assistenza d'intelligence e ricognizione per i bersagli di droni e missili, mai russi ricordano che il vicecapo dell'intelligence militare ucraina, Vadym Skibitsky, ha ammesso che militari americani organizzano attacchi missilistici coi lanciatori M142 Himars. Ieri mattina il presidente ucraino Volodymir Zelensky ha parlato al telefono col segretario della Nato Jens Stoltenberg chiedendo «ancor più assistenza all'Ucraina in tempi ancora più rapidi». Gli Stati Uniti hanno annunciato una nuova tranche di aiuti militari da 550 milioni di dollari, che comprende 75.000 caricatori di munizioni e nuovi razzi per gli Himars. Dalla Germania sono arrivati i tre lanciarazzi Mars II promessi una settimana fa da Berlino e un numero imprecisato di vecchi carri armati T-72 stanno arrivando donati dalla Macedonia del Nord. Nelle scorse ore, missili russi hanno colpito ancora la regione di Leopoli, in particolare il distretto di Cervonohrad, al confine con la Polonia, da cui passa parte dei rifornimenti militari occidentali. L'esercito russo ha attaccato con artiglieria e razzi i centri di Synelnykove, Kryvyi Rih e Pokrovske, nella regione di Dnipropetrovsk.
LE NAVI COL GRANO
È iniziata intanto l'evacuazione obbligatoria dalla regione di Donetsk, resa necessaria per mettere al sicuro i residenti prima dell'arrivo della stagione fredda. Il rischio di restare senza riscaldamento e acqua, infatti, è molto alto nelle regioni occupate. La vice premier ucraina Iryna Vereshchuk ha affermato che il primo treno speciale è arrivato a Kropyvnytsky, capitale della regione di Kirovohrad. Secondo Vereshchuk dovrebbero essere circa 200mila i civili da trasferire. Si è appreso intanto che la prima nave granaria salpata da Odessa il 1° agosto e diretta in Libano verrà ispezionata a Istanbul oggi alle 10.00, ora locale, le 9.00 in Italia, da ispettori delle 4 parti firmatarie dell'accordo anti-carestia del 22 luglio, cioè Onu, Turchia, Russia e Ucraina. Sarà la prima applicazione pratica del patto che sblocca le esportazioni di cibo dal Mar Nero, ma un comunicato da Mosca ricorda che va applicata anche la parte relativa alle libere esportazioni di grano russo: «Mettiamo in guardia dai tentativi di nascondere sotto il tappeto odi non rispettare la seconda parte dell'accordo».