Tam tam impazzito
Odessa, il terrore della bomba atomica: "Quando può scattare l'attacco nucleare"
Ci è arrivato sabato sera via WhatsApp un breve film da Odessa. Più delle bombe ci spaventa la firma. Cosa ci fa a Odessa la cara amica di famiglia che credevamo di aver messo in salvo in Italia? Il filmino documenta lo schifo. Dovevano partire navi piene di grano per sfamare l'Africa, grazie alla tregua mediata da Erdogan tra i governi di Ucraina e Russia. Invece le immagini di gru, rimorchiatori, container dicono che la guerra è più forte di qualsiasi presunta buona volontà.
Fiamme e ancora fiamme. Le strette di mano, le carte firmate sono trapanate dai missili, la guerra nutre sempre sé stessa. La didascalia dell'amica dice: "Questa mattina... il porto...". Ma per casa mia questa notizia sconfortante è secondaria, ed è pure vecchia per voi lettori. E in tivù l'hanno già analizzata in mille esperti di geopolitica. A colpire me, e spero voi, è un nome di donna (che non farò, e il perché lo capirete presto).
La storia è questa. Nel 2010 e nel 2012 sono stato osservatore elettorale del Consiglio d'Europa per le elezioni prima legislative e poi presidenziali nella regione di Odessa.
L'interprete che mi fu assegnata era - come quasi l'80 % degli abitanti di questa città favolosa sul Mar Nero - russofona. Professoressa universitaria non dico di quale materia.
Dopo la rivoluzione di Maidan e l'annessione della Crimea alla Russia ci tornai ogni anno. Ci sono cose indicibilmente tragiche e meravigliose nei quartieri scoscesi e nei giardini, e in tutta quella regione E lei, P. Q. (iniziali di fantasia), condusse mia moglie e me nella Odessa ebraica, nelle campagne dove ancora si sente l'eco delle della madri cannibali dei loro figli durante la carestia voluta da Stalin, eppure sconfinatamente splendenti. Un esempio? Anzi un frammento di bellezza.
A Kirovo ci si spalanca davanti agli occhi un podere che è tutto una distesa di rose, 700 specie, boccioli freschi e fiori spampanati, blu, vermigli, lillà, neri, candidi, screziati. Prima le vendevano alla Crimea e in Russia, ora ricevono qualche turista, a cui vendono a prezzi minuscoli, marmellata e vino di rose. I contadini profumati di rosa ci raccontano le loro peripezie, e noi scorgiamo la profondità tesa, piana, ricchissima e poverissima della sconfinata campagna. Ci sono solo rondini nel cielo, le cicogne riposano.
L'INVASIONE - Fu lei a raccontarci e a mostrarci, ancora tremando e dissimulando, la palazzina nera di fumo dove nel 2014 furono bruciati vivi cinquanta russofoni. Ma loro che c'entravano con Putin? E lei? Non poteva più parlare russo, ma sapeva tante lingue e quelle le parlava tutte. Ed ecco il 24 febbraio l'invasione russa. Temiamo per lei. Per i bombardamenti ma anche per l'odio che scatenerà la caccia contro chi ha sangue russo, non importa se i parenti di P. furono spediti in Siberia dai sovietici. Conta il sangue, non l'ideologia. Le scriviamo: "Sei in pericolo?".
Risposta: "Non preoccupatevi, amici". Poi invece si preoccupa. Non per sé. Trascrivo stralci di alcuni messaggi. Almeno di quelli decisivi.
"Caro R, cara V, nella vostra lettera, che mi ha tanto incoraggiato, trovo una vera testimonianza di generosità. Io e la mia famiglia siamo ancora a Odessa, ma la guerra è sempre più vicina. Stasera abbiamo appena preso la decisione di provare a lasciare la città per salvare mia nipote di 14 anni. Ci sono problemi enormi (bombardamenti, strade, trasporti, frontiere, ecc.). Siamo in tre (mia sorella, mia nipote e io) Forse avete qualche idea? P.Q. (16 marzo) Penso: lei ha servito la Repubblica italiana con onore, abbiamo un dovere verso di lei. Scrivo alla Farnesina. Lei per quel che ha fatto e per chi è, potrebbe essere bersaglio sia dei russi (ha lavorato per un Paese ostile, è una traditrice) sia dei nazionalisti (è russa: ci tradirà). Un ambasciatore eccezionale, Augusto Massari, capisce. Organizza.Tutto in poche ore.
"Caro R., cara V! Oh, cielo limpido, morbido, puro e calmo del vostro paese!I vostri sforzi hanno avuto successo.
Ora siamo tutti in Italia. Apprezziamo molto il fatto che voi italiani ci abbiate aiutato durante la guerra e ci abbiate dato riparo e cibo. Non lo dimenticheremo mai. Vorrei salutare il coraggio dei volontari italiani che ci hanno accompagnato: Claudio Zago, Carlo Pinton. Meritano tutto il nostro rispetto! Attualmente non siamo lontani da Bologna. Stiamo riposando e pensando al futuro. In allegato troverete alcune foto dei volontari italiani, veri e propri eroi. P.Q. "(23 marzo) (Il 6 aprile Le Figaro annuncia che a Odessa è cominciata la caccia ai traditori. Scrivo alla Farnesina: grazie, avete salvato delle vite).
"Caro R! Ieri ci siamo iscritte all'Antoniano, e oggi ci hanno detto che possiamo prendere i vestiti.
Inoltre, potremo ricevere cibo... È un grande supporto.
P." (11 maggio) Intanto P. lavora. Via zoom continua a far lezione dall'Emilia ai suoi studenti di Odessa. Ucraini parassiti? Ma va' là. La ragazza di 14 anni, è una ginnasta promettente e si allena. Lei non è tornata a Odessa, si è fermata a Lviv.
Improvvisamente, il 23 luglio, ci risponde dopo settimane di silenzio.
IL RITORNO - "Cari Amici! Sono dovuta tornare a Odessa per farmi curare. Son"o stato in ospedale per quasi 3 settimane, ora è tutto ok. Mio marito si prende cura di me. Ora voglio diventare più coraggiosa. Credo nel meglio. Ma pronta a tutto" Alla mia sequenza di domande ha risposto così: "Per tornare a Odessa ho preso l'autobus per Lviv (il viaggio è durato 24 ore), poi treno per Odessa. Per quanto riguarda la nostra università, si stanno organizzando i corsi per il prossimo anno. Non sappiamo quando iniziare (15 agosto o 15 settembre), né come (online o in presenza). Inoltre, ogni scuola o università dovrebbe avere un rifugio sotterraneo contro i bombardamenti, specie atomici. Tuttavia, in questo momento, la maggior parte ne è priva. La mancanza di rifugi antiatomici è un problema attuale e urgente. Nel nostro quartiere, con più di 20 edifici di 8 o 16 piani, non ce ne sono". Insisto. Risponde: "Ogni momento viviamo nel pericolo dei bombardamenti, li stiamo aspettando anche adesso. Tutti hanno paura degli ordini di chiamata alle armi in prima linea... Tutto è assolutamente censurato. È vietato inserire le proprie foto e i propri video su Facebook, Viber ecc". "Quando finirà? I nostri giornali nostra stampa ci dicono che 'la guerra durerà fino all'ultimo ucraino'. La ricerca di traditori è in corso ovunque; abbiamo appena avuto controlli sul cellulare di anziani, donne... La tragedia di questa guerra per la mia famiglia è elevata al quadrato: persone di lingua russa uccidono e rapinano altre persone di lingua russa". Su Putin: "Non riesco a capire le sue decisioni: bombardare le città alle 4 del mattino, distruggere Kharkiv, Marioupol, etc... È un pazzo... Ma per fermare questa isteria entrambi i Paesi (con la partecipazione dei Paesi europei) devono impegnarsi in uno sforzo di pace il prima possibile... Laguerra tra Russia e Ucraina potrebbe mettere in moto la terza guerra mondiale con conseguenze terribili... Dall'Italia non si capisce. Ma qui l'avvertiamo sulla pelle" Sperate nella vittoria? "Spero che la guerra finisca... Se i bambini non moriranno, se non palpiteranno di paura, di allarme, sarà la vera vittoria... Se ci fosse una sola possibilità di arrivare ad una pace e sicurezza stabile, la sfrutterei". Pentita di essere tornata a Odessa? "Qui c'è la mia famiglia. Credo nel bene. Prego. Sono pronta a tutto".