Non si esclude nulla

Shinzo Abe, l'ombra del reverendo Moon dietro l'assassino: ricordate Milingo?

Ricordate Emmanuel Milingo? Il vescovo zambiano che faceva l'esorcista e che nel 2001 finì sui media e fu sospeso a divinis per il matrimonio con una coreana celebrato secondo il rito della Chiesa dell'Unificazione del Reverendo Sun Myung Moon. «Gli hanno fatto il lavaggio del cervello», si disse. Stando ai Social giapponesi, appunto la Chiesa dell'Unificazione del Reverendo Moon sarebbe il gruppo religioso di cui il 41enne Tetsuya Yamagami si sarebbe voluto vendicare uccidendo l'ex-primo ministro Shinzo Abe. Per ora, la polizia non conferma. Conferma però che c'è un gruppo religioso di mezzo, e aggiunge che l'assassino accusa il gruppo di avere fatto il lavaggio del cervello alla madre, inducendola a farle donazioni talmente cospicue che avrebbero fatto affondare il bilancio familiare.

 

NIPPON KAIGI
«Mia madre è stata attirata in uno specifico movimento religioso, dal quale ci sono state sottratte grandi cifre e questo ha mandato all'aria la nostra vita familiare», ha spiegato. «Io provo risentimento per quel movimento religioso, per questo ho puntato all'ex primo ministro Abe che aveva un rapporto con esso», ha aggiunto, specificando però che «in origine volevo uccidere il capo del movimento religioso ma, dal momento che non ci sono riuscito, ho deciso di sparare all'ex primo ministro». In effetti in Giappone i movimenti religiosi sono tradizionalmente influenti nella vita politica, per la loro capacità di spostare pacchetti di voti preziosi, e solo il gruppo buddhista Soka Gakkai si è dato un proprio partito specifico di riferimento. Abe in particolare era però considerato vicino al gruppo politic o - religioso neo-shintoista conservatore Nippon Kaigi, di cui è presidente il politologo Tadae Takubo. Forte di circa 40.000 adepti, tra cui diversi esponenti della politica e dell'economia giapponesi, è considerata fortemente di destra, in particolare per la sua richiesta di revisionare le clausole pacifiste della Costituzione giapponese. Però il suo nome non sta venendo fatto dagli inquirenti.

 

Figlio del dipendente di una società di costruzioni ora defunto e di una casalinga con 5 figli, Tetsuya Yamagami dopo aver fatto nel 1999 la maturità nel 2002 era stato ammesso nelle Forze di autodifesa marittime, dizione locale della marina militare, ma dopo tre anni se ne era andato. Cacciato, è un'altra informazione che è circolata. Comunque avrebbe acquisito abbastanza competenza in armi da essere in grado di costruirsi in casa una doppietta artigianale con pezzi presi Via Internet. Altre armi del genere sono state rinvenute nel suo piccolo monolocale, che è stato perquisito per sei ore e mezzo e nel quale sono dovuti intervenire anche gli artificieri per il rischio di esplosione.

SERIO E SILENZIOSO
Dall'ottobre 2020 Yamagami lavorava in una società di costruzione, come addetto alla movimentazione materiali all'interno di un magazzino: guidava un muletto. Sul luogo di lavoro, con profitto, ma era silenzioso e non scambiava molte parole con gli altri operatori: anche alla pausa pranzo, invece di consumare i pasti con gli altri nella mensa, si appartava e mangiava da solo nella sua auto. A metà aprile di quest' anno, però, Yamagami aveva detto ai datori di lavoro di avere un problema fisico e aveva preso a non recarsi al lavoro. Infine si era licenziato, dicendo ai colleghi di non avere un altro lavoro. Il monolocale in cui Yamagami viveva è a 3 km dal luogo in cui ha assassinato Abe. Secondo i vicini interpellati dal giornale, Yamagami appariva una persona seria, che salutava e che lasciava l'appartamento la mattina per tornare a sera. Ma nelle ultime settimane dal monolocale si sentivano rumori di ferraglia che avevano disturbato i vicini. 

Siccome in Giappone è complicatissimo procurarsi un'arma, ha pensato di farsela da solo, appunto con pezzi reperibili via Internet. All'inizio aveva pensato a una bomba, poi è passato all'idea di una pistola. E ne ha costruite pure diverse, prima di realizzare quella che lo ha soddisfatto. Proprio perché i giapponesi hanno fatica a trovare armi e i delitti sono pochissimi, il killer con la pistola fai da te ha colto il servizio di sicurezza completamente di sorpresa. «È innegabile che ci siano stati problemi nella sicurezza», ha ammesso in conferenza stampa il capo della polizia locale Tomoaki Onizuka.