Il voto non basta
Boris Johnson, c'è la data di scadenza: "Uomo morto che cammina, quanto gli rimane da primo ministro"
I conservatori sono schierati per chiedere a Boris Johnson di uscire di scena dopo che soltanto il 59% dei suoi parlamentari ha votato la fiducia: si tratta di un risultato peggiore di quello che ottenne nel 2018 Theresa May, che comunque si dimise qualche mese più tardi. Nonostante Johnson provi a guardare avanti, non può sfuggire ai freddi numeri - che parlano di 211 voti a favore e 148 contrari - e soprattutto alle critiche provenienti dal suo partito.
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Stando a quanto riporta il Mirror, alcuni esponenti ritengono che Johnson sia “un uomo morto che cammina” e che gli rimangano soltanto pochi mesi in qualità di primo ministro. In questo senso i precedenti parlano chiaro, e sono tutti sfavorevoli a Johnson: nel 2018 Theresa May ottenne il 63% di voti a favore ma si dimise comunque cinque mesi più tardi; nel 1990 Margaret Thatcher ottenne il 57% e lasciò il suo posto pochi giorni dopo. “Sebbene Johnson sia sopravvissuto alla notte - si vocifera negli ambienti conservatori - il danno arrecato alla sua leadership è molto grave. Sono state dette parole che non possono essere ritrattate e sono stati pubblicati rapporti che non possono essere cancellati”.
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Se non i giorni, Johnson potrebbe quantomeno avere le settimane contate: “A meno che non si vedessero miglioramenti nei sondaggi dei prossimi tre o quattro mesi - ha dichiarato il conservatore Tobias Ellwood - il partito farà quello che deve e troverà il modo per andare avanti, per quanto spietato possa essere”. Molti ritengono che difficilmente Johnson sarà ancora il primo ministro quando arriverà il prossimo autunno, per questo alcuni consigliano di dimettersi ora “con onore”, piuttosto che essere cacciato tra qualche tempo.