La strategia
Xi Jinping ha deciso: vuole la "grande Cina". Ecco il piano segreto, pronta l'annessione di 10 Stati
La Cina di Xi Jinping starebbe lavorando a un piano nel Pacifico: dopo aver "assorbito" le Isole Salomone nella sua sfera di influenza, adesso il suo obiettivo - come riporta il Corriere della Sera - sarebbe quello di portare sotto la sua ala altre piccole nazioni insulari, dieci in totale. Pechino, però, non ha fatto i conti con Washington che - come dimostrato anche nel caso della guerra in Ucraina - non ha nessuna intenzione di cedere terreno, soprattutto quando di mezzo c'è questo mare strategico.
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La strategia cinese, invece, è solo una: eliminare la presenza ingombrante degli Stati Uniti, capaci di controllare, con le proprie basi aero-navali, una vasta area che parte dalla Corea del Sud, passa per il Giappone e per Taiwan e arriva fino a Filippine e Indonesia. Xi Jinping adesso non vuole che sotto l'influenza americana ci possano finire anche gli arcipelaghi del Pacifico, probabilmente già aperti alla cultura occidentale. In tal senso va letto il tour delle dieci capitali oceaniche in cui si è imbarcato il ministro degli Esteri di Pechino Wang Yi. Al centro dei suoi viaggi un accordo globale su "commercio e sicurezza".
Questo piano, però, sarebbe stato un fallimento per Xi. Il primo a mettersi di mezzo è stato Surangel Whipps, presidente di Palau, isola più vicina a Taiwan e quindi esclusa dalla discussione. Whipps, in un'intervista a Radio Australia, ha esortato i vicini a "leggere attentamente questi documenti" nell’interesse della "pace e della sicurezza nella regione". Poi ha aggiunto che la sua stessa nazione è spesso in difficoltà per via della presenza di navi cinesi nel Pacifico. Di qui la preoccupazione per eventuali nuovi accordi. A pensarla nello stesso modo David Panuelo, presidente della Micronesia. Alla fine, comunque, hanno avuto la meglio loro: Wang Yi è ripartito senza nessun accordo.