Il retroscena
Vladimir Putin, la grande fuga che può travolgerlo. "Contro di noi", chi sono i 100 che lo molleranno
Potrebbe essere solo il primo di una lunga serie. Boris Bondarev, consigliere russo delle Nazioni Unite a Ginevra, con una lettera condivisa sui social dall'avvocato internazionale Hillel Neuer, si è dimesso: "Non mi sono mai vergognato così tanto del mio Paese". Quindi ja definito l'invasione dell'Ucraina come "il crimine più grave contro il popolo russo" da parte di un gruppo dirigenziale che vuole "rimanere al potere per sempre". Parole che lo hanno costretto a chiedere protezione alla Svizzera per paura di ritorsioni da parte di Vladimir Putin.
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Ma attenzione perché l'addio di Bondarev potrebbe essere significativo di una crescente insoddisfazione all'interno del Cremlino. Dopo l'oligarca Oleg Tinkov, la prima ballerina del Bolshoi Olga Smirnova, la giornalista Marina Ovsyannikova, riporta il Corriere della Sera, cresce il dissenso. Anche Anatolij Chubais, ex vicepremier, ha lasciato l'incarico di inviato di Putin per il clima e pure la Russia. Il caso Bondarev però segna un cambio di passo nella resistenza al presidente russo e mina le certezze del ministro degli Esteri Sergeij Lavrov, secondo il quale "non ci sono traditori fra i diplomatici".
Secondo quanto riporta il giornale Kommersant, in verità dall'inizio dell'invasione, decine di diplomatici si sono dimessi, nessuno lo ha fatto ufficialmente in chiave anti-guerra. "Oltre cento funzionari sarebbero pronti a ripetere il gesto di Bondarev", rivelano fonti occidentali. Il Cremlino appare preoccupato. il segretario del Consiglio di Sicurezza, Nikolaj Patrushev, ha presentato un rapporto a Vladimir Putin, nel quale il ministero guidato da Lavrov viene definito "un castello di carte costruito sulla sabbia". Nel dossier ci sarebbero anche nomi e cognomi degli oltre cento diplomatici ponti a "tradire".
Trovare una soluzione al problema non è semplice. Una "purga" tra i diplomatici rischia di essere controproducente e Putin lo sa bene. Da parte sua Lavrov appare stanco. Si dice che negli ultimi due anni, abbia chiesto almeno cinque volte allo zar il permesso di andarsene. Permesso che Putin non gli ha mai concesso.