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Il "Sistema Guardian" entra in azione: l'arma italiana che cambia la guerra
Altre armi per l'Ucraina dall'Italia. Il piano che ci vede coinvolti, prevede l'invio di un sistema cibernetico in grado di "rubare" i droni russi portandoli ad atterrare in territorio amico. Guardian, questo il nome del sistema, è stato presentato da Leonardo che lo ha integrato in altri sistemi. L'azienda italiana è stata così coinvolta in un programma britannico ed è riuscita a unire la tecnologia elettronica Ninja, brevettata dagli americani, con il sistema antidrone Orcus della Royal Air Force britannica.
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Ma come funziona il sistema in questione? Mentre Guardian emette un disturbo elettronico a lungo raggio in grado di raggiungere un puntino nel cielo, il software Ninja produce un effetto cyber mirato a breve raggio. Così lo strumento riesce a prendere il controllo di un drone e pilotarlo verso un altro luogo.
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Come tutti gli aiuti inviati al governo di Kiev, anche questo richiede l'addestramento del personale che se ne occupa. Ma queste non sono le uniche armi inviate dall'Italia. Il governo pensa infatti ad armi pesanti alla stregua del cannone semovente M-109 con un raggio d'azione di 18 chilometri. Si allunga anche la lista delle armi inviate dalla Nato, che conta diecimila missili anti-carro, duemila Stinger contraerei, oltre 200 carri armati T-72 di fabbricazione sovietica ma ceduti a Kiev da Polonia e Slovacchia, cannoni semoventi, lanciarazzi multipli.
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