l'intercettazione

Orrore del soldato russo, "il "metodo delle 21 rose" sul pene per torturare gli ucraini

Mosca non si ferma di fronte a nulla e per punire i soldati ucraini le prova tutte, anche le torture. A testimoniare quanto starebbe accadendo dal 24 febbraio è Konstantin Solovyo, militare dell’11° Corpo dell’armata russa. Il ragazzo è stato intercettato dall’intelligence di Kiev mentre racconta alla madre i metodi utilizzati sui soldati nemici. Per sua stessa ammissione, Solovyo, non prova alcun rimorso. Anzi, "mi piace", confessa nelle conversazioni. 

 

 

Eppure le torture sono delle peggiori: c'è quella delle "21 rose", che vede i russi strappare al prigioniero la pelle alle dita delle mani, dei piedi e del pene come se fossero petali di un fiore. C'è poi il metodo del "barile", per il quale viene utilizzato un tubo per introdurre del filo spinato nell’ano della vittima, e poi lo si tira via lentamente. Solovyov, la cui unità, secondo il ministero della Difesa ucraino, è dispiegata vicino al fronte orientale di Kharkiv, spiega anche come la violenza colpisca chiunque: giovani e anziani, senza alcuna discriminazione. 

 

 

A stupire però è la reazione della mamma del giovane: "Te l'ho sempre detto che, in linea di principio, mi trattengo - la si sente rispondere -. Se fossi finita lì mi sarei divertita anche io. Siamo uguali". D'altronde, prosegue il figlio, "non provo nemmeno più rimorsi. Dopo più di 20 omicidi, ho smesso di provare qualcosa". Conversazioni che vanno ad aggiungersi a quelle precedenti e che dimostrano i crimini di guerra commessi dai russi sul territorio ucraino. Crimini che anche di fronte all'orrore di Bucha Vladimir Putin continua a rinnegare mentre al contrario Volodymyr Zelensky condanna: "L'esercito russo "è il più barbaro e disumano del mondo. La Russia sarà macchiata come fonte di male assoluto per generazioni".

 

 

 

Qui l'audio del soldato russo sulle torture inflitte agli ucraini