L'intervista
La slavista Olga Strada: "La parata rilanciata dai proclami di Vladimir Putin"
Figlia del Vittorio Strada che fu forse il più grande slavista italiano del XX secolo , Olga Strada è a sua volta una slavista importante, e dal 2015 al 2019 ha diretto l’Istituto Italiano di Cultura di Mosca. Le abbiano chiesto di spiegarci cosa rappresenta la Piazza Rossa per l’identità russa. A partire dal nome: un omaggio al comunismo?
No. In realtà l’assetto della piazza risale a metà del 1400. Quando fu riprogettato anche il Cremlino, per le cui mura Ivan III e la moglie Sofia Paleologo chiamarono architetti italiani. Serviva per dare maggiore spazio al mercato, e fu chiamata in molti modi. Anche Piazza dell’Incendio, per le varie baracchine di legno lì presenti che regolarmente si incendiavano. Poi verso la metà del XVII secolo fu ribattezzata Krasnaya ploshchad', ma nel suo significato originario di “Piazza Bella”. Poi l’aggettivo è passato a significare anche “rosso”.
Quindi con quel nome era un luogo centrale anche prima dell’Unione Sovietica?
I momenti topici della vita russa si sono sempre svolti sulla Piazza Rossa, anche quando la capitale era a San Pietroburgo. Ovviamente, dopo il 1917 ha acquisito anche altri significati, specie dopo che nel 1924 ci è stato costruito il Mausoleo con la salma di Lenin.
E la parata del 9 maggio?
In realtà la prima parata della Vittoria avvenne il 24 giugno 1945. Ho trovato una testimonianza molto interessante del regista Aleksandr Dovženko, il cui “La Terra”, del 1932, è considerato tra i 100 film più importanti della storia del cinema. “Quando Žukov ha ricordato coloro che sono caduti in battaglia in quantità enormi, mai viste nella storia, mi sono tolto il cappello. Pioveva. Mi sono guardato intorno ed ho notato che nessuno si era tolto il cappello. Era come se 30, forse 40 milioni di vittime ed eroi fossero sprofondati sotto terra o non fossero mai vissuti. Di fronte alla loro grande memoria, di fronte al sangue e alle sofferenze la piazza non si è inginocchiata. Non ha riflettuto, non ha sospirato, non ha tolto il cappello. Forse è giusto così, o forse no? Perché allora la natura ha pianto per tutto il giorno?
Un dubbio?
Stalin subito dopo la guerra parlò di 7 milioni di caduti. Come adesso non vengono mai dati i numeri veri dei soldati caduti in Ucraina, anche allora non si voleva dare l’impressione di un Paese indebolito. Furono Krusciov e Breznev a parlare di 20 milioni di morti. Ultimamente alcuni studiosi sono saliti a 26 milioni.
Prima la propaganda per far credere che le perdite erano state minime. Poi quella per aumentare l’apporto alla vittoria contro il nazismo. Tema su cui la propaganda putiniana batte in modo fortissimo.
Non è una retorica dell’ultima ora, ma è stata coltivata per lo meno dal 2007. Ed è dal 2014 che a partire dalla città di Tomsk Russia a macchia d’olio l’iniziativa del Battaglione degli Immortali. Su idea originale di alcuni giornalisti, vede sfilare persone con in mano la foto di un parente caduto in guerra. Lo ha utilizzato l’attuale potere come un collante per unire tutto il Paese, e devo dire che è un collante che ha funzionato molto bene.
Non c’era stata una interruzione dopo la fine dell’Urss?
Nel 1947 la parata fu annullata e fu ripresa nel 1965 con Brezhnev. Prima della caduta dell’URSS ci furono due grandi parate militari, nel 1985 e nel 1990. La decisione di svolgere la parata annualmente il 9 maggio fu presa da El’cin nel 1995. Forse negli anni 90 aveva perso un po’ di questo pathos. Però è stato ripreso. I governi di Putin lo hanno molto rafforzato, e lo hanno caricato anche di significati diversi.
Il suo ricordo personale?
I miei ricordi da bambina sono di una piazza in bianco e nero. Uno spazio molto esteso, con i magazzini Gum. Quando poi sono ritornata nel 1977, che avevo 17 anni, trovai un grande grigiore e una grande povertà, rispetto alla vita che facevamo in Occidente. A un certo punto era uscita una legge in base alla quale sulla Piazza Rossa non si poteva fumare. La Piazza Rossa in questi anni si è tanto trasformata, perché a dicembre ad esempio vi viene posta una grandissima pista di pattinaggio, e di estate ci si fa un salone del libro. Negli ultimi 30 anni c’era stata una grande apertura alle merci occidentali, che in fondo sono però un ritorno alle origini, visto che la Piazza era iniziata proprio come mercato.