escalation alle porte

Boris Johnson, armi a Kiev "anche per colpire in territorio russo". Mosca: "Allora colpiamo i Paesi Nato"

Boris Johnson fa sul serio. Il premier britannico, dopo aver continuato a inviare armi all'Ucraina, è passato alle minacce. Per il governo della Gran Bretagna, infatti, è "interamente legittimo" l'uso da parte di Kiev di armi fornite dalla Gran Bretagna. Lo ha precisato il viceministro della Difesa, James Heappey, in un'intervista alla Bbc. "In primo luogo - ha detto - è l'Ucraina che decide gli obiettivi non coloro che producono o esportano le armi. In secondo luogo è interamente legittimo perseguire gli obiettivi per distruggere la logistica degli oppositori e le loro forniture, garantendo sempre la salvaguardia dei civili". 

 

 

Le sue parole, nonostante abbia negato di puntare al coinvolgimento diretto della Nato contro Mosca, rischiano di scatenare una terza guerra mondiale. "Se gli ucraini decidono di prendere di mira" obiettivi sul suolo russo - ha proseguito - va sottolineato in primo luogo che la decisione è loro, non di chi produce o esporta i sistemi militari" usati. Detto questo, ha puntualizzato, Londra considera "interamente legittimo" per Kiev "colpire bersagli del nemico" in profondità, per "danneggiare la sua logistica e le sue linee di rifornimento".

 

 

Immediata la replica del Cremlino, che ha preannunciato un'escalation. Se il governo britannico considera legittimo l'uso da parte di Kiev di armi ricevute dall'Occidente per "colpire in profondità le linee di rifornimento" di Mosca in territorio russo in modo da limitare perdite e distruzione, la Russia potrebbe ritenere altrettanto legittimo prendere di mira "in profondità le linee di rifornimento" ucraino fin "dentro quei Paesi i quali trasferiscono all'Ucraina armi" che pure producono "morte e distruzione". L'avvertimento che fa saltare sulla sedia i paesi dell'Alleanza atlantica arriva da niente di meno di Maria Zacharova, portavoce del ministero degli Esteri russo.