La battaglia decisiva
Battaglione Azov, Zelensky e il messaggio cifrato in mondovisione: "Loro lo sanno". Mariupol persa?
La battaglia delle battaglie. A Mariupol si è tornato a combattere, con il Battaglione Azov asserragliato nel bunker dell'acciaieria Azovstal da un lato e ceceni e russi dall'altro. La situazione è drammatica e Volodymyr Zelensky, nella sua conferenza stampa in una stazione della metro di Kiev, parla in mondovisione ma soprattutto a loro, i "nazisti ucraini" del Reggimento, come li definiscono a Mosca. Gli eroi che resistono, come li identificano in Ucraina e in Occidente.
I comandanti del Battaglione, nelle scorse ore, hanno chiesto al governo di Kiev un atto di forza, un gesto per sbloccare politicamente o militarmente la situazione nella città del Sud, di fatto l'unica a interporsi tra il Cremlino e il progetto di controllare tutta la costa meridionale del Paese. Poi toccherebbe a Odessa, che oggi ha ricevuto i primi sanguinosi attacchi missilistici. Zelensky, come detto, parla proprio al Battaglione Azov: "Ai battaglioni nella acciaieria mando messaggi di sostegno. Cerco di ricordare loro che sono dalla parte giusta della storia", ma al momento lo sblocco militare dell'assedio di Mariupol "non è una prospettiva. Al momento possiamo solo difenderci", ha sottolineato, chiarendo che "loro, i capi, lo sanno".
"Se la nostra gente verrà uccisa a Mariupol l'Ucraina si ritirerà da qualsiasi negoziato", ha poi messo in chiaro l'ex comico, diventato presidente di guerra. E ha chiuso con un appello accorato a Papa Francesco: "Mi piacerebbe se il Papa venisse a Kiev, ci siamo incontrati in passato. Gli ho chiesto aiuto per aiutare coloro che si trovano nella Mariupol assediate e per un cessate il fuoco che salvi vite". "Lo stiamo aspettando a Kiev - ha aggiunto -, abbiamo bisogno di utilizzare - perdonatemi se ricorro alla parola utilizzare - tutti coloro che possono aiutarci a ottenere la pace o quantomeno un cessate il fuoco, quindi ci rivolgiamo anche al Vaticano".