Punizione suprema
Volodymyr Zelensky, "una strage in stile Mossad": retroscena, la brutale vendetta (se riesce a salvarsi la pelle)
La Russia cerca l'escalation, ma l'Ucraina vuole vendetta. Ci hanno dedicato un francobollo le poste ucraine all'immagine di un soldato che mostra il dito medio a una nave russa: riferimento a quell'Isola dei Serpenti in cui 12 soldati risposero all'intimazione di arrendersi con l'invito "a farsi fottere". In realtà poi furono catturati, malgrado l'informazione iniziale che fossero morti. Ma sono stati liberati in uno scambio, e il soldato del vaffa è stato decorato. Dunque, gli eroi dell'Isola dei Serpenti ci sono ancora. La nave che li aveva affrontati non c'è più. Era l'incrociatore Moskva, ammiraglia della flotta del Mar Nero, colpita da due missili dopo che le sue difese erano state distratte da un drone. E non ci sono più neanche i suoi 500 marinai.
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IL FRANCOBOLLO - Un atto di guerra, ovviamente. Ma il fatto che fosse pronto il francobollo fa intendere anche una precisa volontà di vendetta. E qua andiamo alle polemiche sulla definizione di genocidio: lanciata da Zelensky, ripresa da Biden. Macron ha stoto il naso, in Israele hanno protestato per la comparazione con la Shoà. In effetti, ai sensi della normativa internazionale la mera proporzione delle vittime e la modalità delle violazioni dei diritti umani in sé non sarebbe genocidaria, anche se comunque configura serie violazioni delle leggi di guerra. Però Putin ha reiterato varie volte l'intenzione di distruggere l'identità ucraina, e mosse come l'imposizione del russo nelle scuole delle aree occupate vanno nello stesso senso. Il genocidio culturale, in sé, è una fattispecie particolare del fenomeno, che già autorizzerebbe una sorta di Norimberga.
Difficile che ci si arrivi, anche in caso di sconfitta russa. Ma gli ucraini hanno già fatto capire che, se non ci sarà una Norimberga, cercheranno di ripetere la vendetta che gli israeliani fecero sugli uomini di Settembre Nero responsabili della strage dei loro atleti alle Olimpiadi di Monaco del 1972. Ne abbiamo avuto un chiaro annuncio in Italia, quando la sera di domenica 3 aprile a Non è l'Arena, la trasmissione condotta da Massimo Giletti su La7, il reporter ucraino Vladislav Maistrouk ha lanciato un preciso avvertimento nei confronti del giornalista russo Alexey Bobrovsky, che stava sghignazzando sulle immagini di un massacro di civili. «Lo traduco in italiano. Per tutti i mandanti, i propagandisti e gli esecutori dei crimini di guerra contro i civili ucraini: dovete avere paura fino all'ultimo giorno della vostra misera esistenza». «Ridi finché puoi, poi non riderai più. Abbi paura fino alla fine dei tuoi giorni perché noi vi troveremo tutti, e come ha fatto Israele nel '72, dopo l'attentato, vi puniremo». Potrebbe essere una sparata di quelle che sono ormai abituali nei talk show italiani. Forse un po' più estrema, per il fatto che dopo tutto sono state messe una do fronte all'altra due persone i cui concittadini tutto sommato si stanno sparando addosso tra di loro. Ma in realtà la minaccia riprende alcune cose che anche Zelensky aveva detto. «Non perdoneremo. Non dimenticheremo. Puniremo chiunque abbia commesso atrocità in questa guerra», ha proclamato. «Non ci sarà posto sicuro per voi su questa terra, se non in una tomba».
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CLEARVIEW - Una cosa da ricordare è che l'Ucraina si è vista mettere a disposizione quella tecnologia Clearview che, vera e propria "Google dei volti", è capace di associarvi un nome a partire da un data base di 10 miliardi di immagini prese dalla Rete, e con un margine di sicurezza del 99%. Lo stanno utilizzando soprattutto per identificare caduti, ma anche nemici. E abbiamo visto anche la capacità di intercettazione che prima ha permesso di verificare i soldati che ammettevano di compiere atrocità, e ora perfino di identificare il soldato russo che si vantava di voler stuprare con la moglie, e anche la signora che lo assecondava. Insomma, i nomi, intanto, li starebbero già mettendo da parte.