L'analisi

Joe Biden minaccia, Paolo Magri: "Paghiamo il conto solo noi", perché il presidente può far collassare l'Occidente

"Il conto della linea dura lo paga solo l’Europa". Paolo Magri, vice presidente esecutivo e direttore dell’Ispi, commenta gli ultimi sviluppi della guerra in Ucraina, con particolare riferimento all'atteggiamento dell'Occidente nei confronti di Vladimir Putin , il presidente russo che ha dato inizio all'invasione. L'esperto, intervistato dal Giorno, ha messo in guardia sui possibili rischi dei prossimi giorni: "Con l’accrescersi delle conseguenze economiche che colpiscono Europa e Usa in modo asimmetrico, potrebbe incrinarsi la forte coesione transatlantica sino ad ora registrata".

 

 

 

Parlando dei dubbi dei Paesi Occidentali sulla trattativa in corso, Magri ha spiegato: "Biden è scettico, ma non è il solo ad esprimere dubbi e raccomandare cautela, a sottolineare che conteranno i fatti e non le parole". Secondo lui, però, l'America non punta a prolungare la guerra il più a lungo possibile per logorare e far cadere Putin, come si sta dicendo in questi giorni: "Tutti noi, e quindi non solo l’America, imponendo sanzioni pesantissime, ci poniamo come obiettivo l’indebolimento di un sistema di potere che ha portato alla guerra. Ma una guerra lunga, con rischi di escalation, non è nell’interesse di nessuno".

 

 

 

Infine, in merito ai negoziati portati avanti a Istanbul, il direttore dell'Ispi è stato netto: "È presto per parlare di una svolta. Sicuramente c’è stato un passo avanti positivo, almeno a parole, dopo che per un mese i ’passi avanti’ erano stati solo quelli militari. Ma le bombe oggi sono continuate cadere sia a Kiev che a Chernihiv; ed è arrivata la doccia fredda del portavoce del Cremlino".