Guerra e comunicazione
Volodymyr Zelensky, "Putin e la nuova Shoah". Il primo passo falso del presidente con Israele: può costargli carissimo
Il grande comunicatore Volodymyr Zelensky questa volta ha esagerato. E l'errore mediatico compiuto con Israele potrebbe costargli carissimo. Il presidente ucraino, come da tradizione, personalizza il suo videomessaggio con richiesta d'aiuto a seconda dell'interlocutore. In collegamento con i deputati della Knesset, l'ex comico ha evocato la Shoah paragonando alla guerra di Vladimir Putin, un riferimento che ha scatenato durissime proteste politiche tra Gerusalemme e Tel Aviv.
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"Personalmente credo che la Shoah non debba essere comparata a nulla", sono le gelide parole del premier israeliano Naftali Bennett. "Il Paese e il popolo ucraino sono in mezzo ad una grave guerra. Molte centinaia di morti, milioni di rifugiati. Non posso immaginare cosa si provi ad essere al suo posto". Israele - ha aggiunto - "continuerà con altri Paesi a cercare di porre fine alla guerra" ma "c'è ancora una lunga strada da fare- a causa di temi controversi, alcuni dei quali sono fondamentali. Di recente ci sono stati progressi tra le parti, ma il divario e' molto ampio". E probabilmente, è il sentimento comune che si respira in queste ultime ore, l'offensiva mediatica di Zelensky, che ha evocato nuovamente la Terza guerra mondiale in caso di fallimento dei negoziati, non aiuta a mediare le posizioni né ad avvicinare l'Ucraina a una tregua positiva a fronte della offensiva sempre più sanguinosa dell'esercito russo.
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"Stiamo gestendo questa sfortunata crisi con sensibilità, generosità e responsabilità, mantenendo un equilibrio tra i vari fattori che sono complessi", ha ricordato ancor Bennett. Zelensky aveva chiesto ad Israele di fare "una scelta". "Dal primo giorno - ha spiegato il premier alla partenza di una delegazione israeliana per un ospedale da campo in Ucraina - abbiamo inviato aerei di aiuto con molte tonnellate di equipaggiamento medico ed altro. Stiamo accogliendo qui i profughi, sia quelli eleggibili in base alla Legge del Ritorno (ebrei, ndr) e si quelli no. E stiamo aprendo le nostre porte - ha aggiunto - finché la tempesta non passi in modo da dare a loro sollievo".
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Molta attesa a questo punto anche in Italia, per come declinerà il suo messaggio il presidente ucraino domani, in collegamento con il Parlamento italiano. I toni sono diventati sempre più duri con gli alleati occidentali: dalla richiesta di no-fly zone ribadita agli inglesi alle accuse al Parlamento tedesco di aver chiuso gli occhi su Putin in cambio di favori economici. Possibili riferimenti, da Kiev, alla collaborazione economica e strategica tra Roma e Mosca, anche per esempio nella gestione del Covid nella primavera 2020 e la controversa missione di medici russi in Lombardia.