Punto di non ritorno

Vladimir Putin, "una Norimberga per processare Putin": tutto l'Occidente pronto all'atto di guerra

Carlo Nicolato

La guerra in Ucraina potrà anche finire in tempi relativamente brevi, un accordo per far terminare l'invasione prima o poi si troverà, a patto che ognuno rinunci a qualcosa. Ma lo scontro all'ultimo sangue Occidente e Russia no, è solo all'inizio. A meno che non succeda l'impensabile come un rovesciamento di potere a Mosca o la morte improvvisa di Putin non c'è alcuna possibilità che le cose "tornino come prima", o meglio tornino come in realtà non sono mai state dal momento che la resa dei conti era nell'aria da lustri. Uno dei motivi di questa impossibilità alla normalizzazione dei rapporti con Mosca è proprio il fatto che con tutte le ragioni del mondo gli Usa e i suoi alleati considerano ormai il presidente russo un criminale di guerra. Se pensiamo a quelli che sono stati considerati tali nella storia da quando la fattispecie giuridica è stata coniata nel secondo dopoguerra, dal processo di Norimberga e quello di Tokyo, fino ai vari Milosevic, Karadzic e Mladic, è evidente che in nessun caso passi indietro sono mai stati fatti e tutti gli accusati hanno pagato per i loro crimini. Dichiarare qualcuno criminale di guerra non è però un giudizio basato su punti di vista, anche se ovviamente il "vincitore" di un conflitto non finisce mai sotto processo, si pensi agli Usa che hanno usato l'atomica in Giappone.

 

 

In teoria ci sono dei canoni precisi, oggettivi, c'è un processo prestabilito da seguire, delle definizioni alle quali attenersi strettamente. In generale il termine si applica a chiunque violi il cosiddetto Diritto internazionale umanitario, ovvero quelle serie di norme di diritto internazionale che riguardano la protezione delle vittime dei conflitti armati. Con quest' ultima definizione si intendono tutte le persone che non partecipano ai combattimenti o che hanno cessato di parteciparvi, cioè i civili, ma anche i feriti, gli ammalati, i naufraghi, i detenuti e i prigionieri. Per estensione ultimamente sono stati inseriti in questa categoria anche i beni culturali e l'ambiente. Altri protocolli allegati alla Convenzione di Ginevra considerano criminale di guerra anche chi fa uso di armi proibite dallo stesso, come quelle chimiche o biologiche. Criminale di guerra è dunque chi uccide intenzionalmente civili o li chiude in campi di prigionia, chi distrugge scientemente obiettivi non militari, chi usa una forza sproporzionata causando devastazioni e stragi, chi usa scudi umani, chi prende ostaggi, chi uccide o tortura i prigionieri.

 

 

RESPONSABILITÀ
Criminale di guerra è anche chi stupra o riduce in schiavitù sessuale prigionieri o civili. Vi sono poi diversi gradi di responsabilità relativi ai crimini di guerra da chili esegue personalmente a chili ordina, compreso chine è a conoscenza e pur potendolo, per il ruolo che riveste, non fa nulla per fermarli. Il caso di Putin appunto è quello del comandante supremo che ordina direttamente determinate azioni o che accetta che vengano perpetrati determinati crimini che potrebbe fermare con un solo richiamo. Le uccisioni deliberate di civili in questi giorni, si pensi ad esempio al video del carro armato che schiaccia un automobile in corsa, il bombardamento di ospedali, quello del teatro di Mariupol nonostante fosse segnalata la presenza di bambini all'interno, sono già sufficienti perché Putin e i suoi collaboratori finiscano sotto processo per crimini di guerra.

 

 

Ma in termini pratici come potrebbe essere perseguito il presidente russo? Gli esperti del settore segnalano quattro differenti strade, nessuna delle quali però certa e automatica. La prima è attraverso la Corte Penale Internazionale, le cui competenze riguardano i cosiddetti "crimina iuris gentium", cioè il genocidio, i crimini contro l'umanità e i crimini di guerra. La seconda strada è attraverso le Nazioni Unite, ma questa è materialmente impraticabile visto che la Russia è uno dei cinque membri permanenti con diritto di veto vincolante. La terza è attraverso un tribunale creato ad hoc da Stati interessati alla punizione di Putin, come è successo per Norimberga. L'ultima possibilità è che ci pensi uno specifico Paese che possiede leggi che rendono possibile un processo del genere, come ad esempio la Germania ma non l'Italia.