Lo sfogo

Generale Battisti, "gioco vigliacco dietro alla circolare". Esercito italiano pronto alla guerra, una scomoda verità

"È la classica tempesta in un bicchier d'acqua", spiega il generale Giorgio Battisti, presidente della Commissione Militare del Comitato Atlantico Italiano, a proposito della circolare dello Stato Maggiore che raccomandava al nostro esercito di tenersi "pronto a combattere". E' come "una normale direttiva, nella quale il capo di Stato maggiore dell'Esercito chiarisce le priorità nell'approntamento delle forze nel caso di una minaccia che possa riguardare l'Alleanza Atlantica", spiega Battisti in una intervista a Massimo Malpica del Giornale.

 

 

Per Battisti l'allarmismo è "ingiustificato e inutile. Queste circolari non sono frequenti, ma sono periodiche, quando serve indicare le priorità. Per fare un esempio, quando bisognava andare in Afghanistan, con queste circolari si raccomandava a prepararsi a difendersi dagli Ied, gli ordigni improvvisati. Dispiace che qualcuno abbia diffuso un documento per uso interno. Purtroppo oggi tutto finisce sui social, un modo vigliacco per creare polemiche inutili. Nella circolare si parla di prima e seconda missione. La prima è la difesa della collettività nazionale, cioè i confini. La seconda missione è la difesa dello spazio Euro-atlantico - la Nato - e di quello Euro-mediterraneo, sostanzialmente la Ue. Perché per legge i capi di Stato maggiore di Esercito e Difesa sono responsabili della prontezza delle forze. Devono fare sì che siano sempre pronte a intervenire in caso di minacce", spiega l'alto ufficiale.

 

 

Sulle strategie militari della Russia spiega che, "diversi esponenti politici internazionali si chiedono se Putin, una volta arrivato ai confini occidentali dell'Ucraina, intenda fermarsi o invece condurre qualche altra attività fuori da quei confini. Quindi è doveroso che un Capo di Stato Maggiore dia le direttive perché le forze che dipendono da lui siano pronte, anche perché, appunto, ne risponde per legge. Va poi detto che la guerra di invasione in Ucraina ci spinge a ricordare il compito principale di una forza armata, ossia quello di ricorrere all'uso legittimo delle armi. L'allarmismo è una reazione che non si spiega. Non penso che qualcuno, se la protezione civile aggiorna i piani di intervento in caso di calamità naturale, lo interpreti come prova del rischio di catastrofe in arrivo. Sono semplici predisposizioni. Anche perché per avere soldati pronti e addestrati servono mesi se non anni, e negli ultimi anni i soldati hanno fatto di tutto tranne che i soldati", conclude Battisti.