Il dissidente
Vladimir Osechkin: "Guerra tra i servizi segreti russi. Nessuno sapeva dell'invasione dell'Ucraina"
Vladimir Putin ha ingannato i suoi fedelissimi al Cremlino dove "nessuno sapeva che la guerra era imminente". E nessuno la credeva "nemmeno possibile" perché il presidente russo, spiega Vladimir Osechkin, dissidente russo esiliato a Parigi, in una intervista a Il Fatto quotidiano, "non aveva avvertito nessuno" e sapeva che "i suoi vertici non erano d'accordo con la sua scelta".
Leggi anche: Ucraina, il militare russo alla tv di Stato: "I nostri ragazzi stanno morendo", che fine gli fanno fare
Dal 24 febbraio scorso, quando ha invaso l'Ucraina, Putin "temeva e teme un'insurrezione interna, non si fida più di nessuno", "assistiamo all'agonia del suo regime", aggiunge. E ora c'è una guerra tra i servizi segreri russi. Da quando è iniziato il conflitto è finito agli arresti domiciliari il capo del servizio di spionaggio estero dell'Fsb, Sergey Beseda, e il vice, Anatoly Bolukh. "In corso, tra i dipartimenti del Fsb, servizi segreti russi, Dvkr, controspionaggio e Stato maggiore delle Forze armate, c'è una praverka, un controllo incrociato: i servizi vivono ora in un clima di totale sfiducia, non si fidano più l'uno dell'altro", sostiene Osechkin. "Si cerca anche un informatore che riferisce a Kiev degli spostamenti delle colonne dei carri armati di Mosca".
Leggi anche: Federico Rampini a DiMartedì: "Putin non si limiterà all'Ucraina", i suoi veri piani da "fine del mondo"
Non solo. "Putin ha nascosto l'operazione militare soprattutto al ministero dell'Economia e alle banche, arrivate impreparate alla catastrofe finanziaria che si è abbattuta sulla Federazione. Stiamo assistendo a una scissione profonda all'interno del regime di Putin, non solo tra i vertici che si sentono ingannati", conclude Osechkin. "C'è una crisi anche nei bassi ranghi dell'esercito e della Guardia nazionale: i soldati sono stati educati anche psicologicamente secondo una dottrina difensiva, non offensiva, della patria. Oggi migliaia di persone devono scegliere tra il disertare e la prigione, oppure obbedire a ordini che ritengono criminali: aggredire un popolo da sempre fratello per i russi. Putin ha ucciso centinaia di ucraini, ma anche centinaia di russi, lanciando il Paese in guerra".
"Uno dei sostenitori della guerra è il ministro della Difesa Serghey Shoigu; nel suo dipartimento, secondo le informazioni del whistleblower, ci sono ammanchi di miliardi di rubli dalle casse del suo stesso esercito. Quando alcuni responsabili sono stati rintracciati, per paura che il ministero subisse le confische, ha frenato i procedimenti legali".