Il flop dell'Armata rossa
Vitaly Gerasimov, auto-sabotaggio russo dietro alla morte del generale fedelissimo di Putin: l'intercettazione-choc
La morte del generale russo Vitaly Gerasimov svela il gravissimo problema dei soldati di Vladimir Putin in Ucraina: tecnologie obsolete o, peggio, un clamoroso errore umano. Il sospetto è rilanciato dal Corriere della Sera, che ricostruisce le ultime ore sul campo di battaglia del Capo di Stato maggiore della 41esima armata russa. "Com’è possibile che i militari russi utilizzino comunicazioni non criptate in territorio nemico?", si domanda il Corsera ricordando come la notizia della scomparsa di Gerasimov sia stata intercettata nel corso di una conversazione al telefono tra l'ufficiale dei Servizi segreti russi aggregato all'armata di Gerasimov e Dmitry Shevchenko, il suo responsabile, nella città di Tula. "Sono state perse tutte le comunicazioni sicure", spiega l'agente, costretto ad affidarsi a una banale carta Sim ucraina, immediatamente intercettata dagli 007 locali. A questo punto Christo Grozev, famoso giornalista investigativo, ha pubblicato tutto sul profilo fact checker di Bellingcat, esponendo l'esercito russo a una colossale figuraccia mondiale.
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Nella telefonata per comunicare la morte di Gerasimov, i due ufficiali russi menzionano il "sistema Era" per le chiamate sicure. Il capo conferma: "Era non funziona". Tutto questo su una semplicissima linea civile, come detto, esposta a ogni tipo di intercettazione. .
Il sistema Era, ricorda il Corsera, era nato nel 2018 nella cittadella tecnologica di Anapa ed era il fiore all'occhiello dell'alta tecnologia russa non solo in campo bellico, spaziando dalla robotica alle biotecnologie, dai nanomateriali alle armi innovative basate su "nuovi principi fisici". E poi, ovviamente, "la sicurezza delle informazioni", con il coinvolgimento settori come i dispositivi microelettronici e la cybersicurezza, con l'obiettivo di arrivare alla creazione di smartphone e app riservati ai militari russi e alle loro famiglie. La guerra in Ucraina ha però rivelato alcuni limiti gravissimi: i bombardamenti avrebbero infatti danneggiato la rete 3G/4G a Kharkiv, mentre alcuni ripetitori erano stati sostituiti con "stingray", simulatori di siti cellulari. "Insomma - chiosa il Corriere -, troppe infrastrutture erano ko per poter usare il sistema russo protetto (mentre una banale Sim “civile”, in qualche modo, era riuscita a prendere la linea)". Sarebbe bastato un normale telefono satellitare, ma nessuno ce l'aveva. O non ha pensato di usarlo.