Alzare l'asticella

Lukashenko, la gaffe con cui svela il piano di Vladimir Putin: l'Ucraina non basta, poi tocca alla Moldavia

Non solo l'Ucraina. Vladimir Putin punterebbe anche alla Moldavia. Le mire espansionistiche del presidente russo potrebbero voler portare la guerra molto più a ovest di Kiev, invadendo la Transnistria. Quest'ultima un'altra enclave filorussa, che ufficialmente appartiene al controllo di Chisinau - capitale moldava -, ma di fatto indipendente fin dal 1990. Proprio qui storicamente è già presente un contingente russo, l'Operational Group of Russian Forces (Ogrf), erede della 14° armata sovietica. Quello che sembrava solo un sospetto degli analisti, ora diventa un pericolo concreto. In un briefing, il presidente bielorusso Viktor Lukashenko mostra su Telegram una mappa dell'Ucraina divisa in quattro settori per spiegare il ruolo svolto finora da Minsk nel conflitto. Una gaffe, visto che la dettagliata cartina mostrerebbe truppe russe che si muovono verso la Moldavia, attraverso il porto di Odessa.

 

Il tuo browser non supporta il tag iframe

 

Intanto l'esercito russo avrebbe già conquistato la città meridionale di Kherson, mentre sarebbe impegnato nell'assedio di Mariupol. Più faticosa invece l'avanzata su Kharkiv e su Kiev, dove anzi, attorno a Makariv, i soldati ucraini hanno recuperato posizioni. Non mancano vittime. I bombardamenti hanno registrato secondo l'Onu 227 civili ucraini e altri 525 sono rimasti feriti nelle ultime 24 ore. Numeri che si avvicinano alle perdite di Mosca. Nell'invasione sarebbero rimasti uccisi 498 soldati ucraini e 1.597 sarebbero rimasti feriti.

 

Il tuo browser non supporta il tag iframe

 

A tentare di porre fine alla strage, un secondo round di trattative. Nella giornata di giovedì 3 marzo si incontreranno nuovamente una delegazione russa e una ucraina. Luogo dell'incontro la foresta vergine di Bialowieza, in Polonia, vicino alle frontiere di Ucraina e Bielorussia. Sul tavolo, a detta del capo della delegazione russa Vladimir Medinsky, "la questione del cessate il fuoco e della necessità di corridoi umanitari". Le stesse richieste avanzate dall'Onu, che ha approvato la risoluzione di fermare la guerra e di ritirare immediatamente tutte le truppe.