Tensione alle stelle
Joe Biden, il duro faccia a faccia con Vladimir Putin: indiscrezioni, perché il mondo ora è più pericoloso
Poco è trapelato dalla videoconferenza di ieri fra il presidente americano Joe Biden, collegato dalla Situation Room della Casa Bianca, e quello russo Vladimir Putin, che stava nella sua residenza di Sochi, sul Mar Nero. Hanno iniziato alle 16.00, ora italiana, in modalità "video sicuro", alias riservatezza assoluta, per cantarsele schiettamente, terminando dopo due ore. Biden ha poi riferito per telefono ai maggiori alleati europei, Gran Bretagna, Francia, Germania e Italia, chiamando anche il premier Mario Draghi. Sui primi minuti s' è saputo che Biden si è «rammaricato di non poter vedere Putin di persona», dando a intendere che si programmerà un vertice in presenza. In serata, la Casa Bianca ha diramato, laconica: «S' è discusso di diversi aspetti delle relazioni USA-Russia, inclusa la nostra preoccupazione per le attività militari russe al confine con l'Ucraina, la cybersicurezza e questioni regionali».
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Washington e Kiev accusano i russi di prepararsi a invadere l'Ucraina con 175.000 soldati nel gennaio 2022. I russi ribattono che gli ucraini hanno inviato 125.000 soldati nelle province ribelli filorusse del Donbass, per tentare forse di recuperare la Crimea, senza contare l'escalation della Nato nel Mar Nero, con manovre navali e voli di aerei spia. Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov avvertiva: «Siamo preoccupati dai tentativi di Kiev di provocare i suoi sponsor occidentali». Biden ha prospettato a Putin ritorsioni economiche, in particolare sanzioni personali contro la cerchia del Cremlino, nonché interdizione dei settori bancari ed energetici tagliando fuori la Russia dal circuito Swift per i pagamenti internazionali e impedendo il cambio rublo-dollaro.
SANZIONI E ARMAMENTI - Oltre a esser pronti ad aiutare l'Ucraina militarmente, gli Stati Uniti starebbero anche preparando, secondo la CNN, piani di evacuazione dei loro cittadini dal Paese, in caso di attacco russo. Un'idea per facilitare le trattative è sembrata ammettere gli Usa nel "formato Normandia" (Russia, Ucraina, Francia, Germania) che nel 2015 aveva negoziato una traballante tregua nel Donbass. La presidenza Biden pare in difficoltà, rispetto al predecessore repubblicano Donald Trump, nel gestire il rapporto con la Russia, e più in generale le crisi. Trump aveva un modus vivendi con Putin pur senza abbandonare l'Ucraina, tanto da armarla con missili anticarro Javelin per autodifesa. È vero che il miliardario aveva fatto uscire nel 2019 l'America dal trattato INF che vietava i missili a medio raggio, ma la sua ottica, incentrata sugli interessi americani, senza manfrine da "salvatori del mondo" tranquillizzava la Russia. Con un democratico alla Casa Bianca, invece, torna la mania etica dei lib dem Usa.
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IL SUMMIT DEI BUONI - Biden ha convocato, per domani e dopodomani, quel "summit delle democrazie" in teleconferenza che evoca una crociata. Ha invitato 110 Paesi escludendo sia avversari come Russia e Cina, sia alleati come Arabia Saudita, Egitto e Turchia. Ovvio che Paesi autoritari non siano democratici, ma il discrimine danneggia la diplomazia e crea inutili faglie in cambio di chiacchiere fini a sé stesse. Il mancato invito all'Ungheria, unico Paese UE emarginato, sembra poi suggerire che a Budapest si taglino le teste come a Riad, il che è falso. Coi sauditi, comunque, Biden ha raffreddato rapporti che erano calorosi sotto Trump. E sì che il valore del dollaro è fondato in gran parte sull'asse Washington-Riad e sullo status della valuta Usa come metro dei prezzi petroliferi. Alla presidenza dem manca il pragmatismo di Trump, che aveva parlato perfino col dittatore nordcoreano Kim Jong Un, facendogli fermare i test atomici.
Già in passato i repubblicani Usa s' erano mostrati più svegli dei dem. Si pensi all'apertura alla Cina di Mao nel 1972, grazie a Richard Nixon ed Henry Kissinger. O alla presa di petto dell'Unione Sovietica da parte di Ronald Reagan, dal 1981 al 1989, dopo gli anni "deboli" del dem Jimmy Carter, il che fece dissolvere l'impero comunista. Se con Trump il contrasto con la Cina era commerciale, Biden lo ha reso più militare. Con l'alleanza Aukus, fra Usa, Gran Bretagna e Australia, ha fatto arrabbiare la Francia. Ma anche l'India, che preferiva il formato Quad (India, Usa, Australia e Giappone). Motivo per cui Putin, prima del vertice con Biden, è stato ben accolto dal premier indiano Narendra Modi, che ha rinnovato fino al 2031 la collaborazione militare con la Russia, non fidandosi completamente degli americani.