Mauritania,Al Qaeda non tratta
Ancora nessuna notizia sugli italiani rapiti lo scorso venerdì sera in Mauritania. Secondo quanto riferisce una fonte locale al giornale algerino “el-Khabar”, i referenti dell'organizzazione di Al Qaeda nel maghreb islamico si rifiutano di avviare una trattativa con i mediatori tribali, delegati dai governi europei, che in passato erano riusciti ad aprire un canale per giungere alla liberazione degli ostaggi sequestrati in Africa dai terroristi islamici. Il giornale algerino parla di tentativi di aprire una mediazione con i terroristi avviati dai governi di Spagna e Francia. In questo momento, oltre ai due italiani, la cellula di Al Qaeda ha infatti nelle sue mani tre cooperanti spagnoli, presi in ostaggio in Mauritania a fine novembre ed ora detenuti in Mali, e un francese che era stato sequestrato nello stesso periodo nella città di Menaka, nel nord del Mali. In relazione in particolare a questi due sequestri, sembra che i mediatori si trovino già lungo il confine tra Mali e Nigeria. Eppure non hanno ricevuto alcuna risposta da parte dei loro referenti di Al Qaeda come Muhammad al-Tazwuiri o dal terrorista tunisino Ibn al-Sharqi Muhammad o dal portavoce del gruppo in questione, Yahya Jawadi, e nemmeno da Hamid al-Sufim, tutti esponenti dell'organizzazione usati dai mediatori i per ottenere il rilascio di tutti gli occidentali sequestrati tra il 2008 e il 2009. Ruolo fondamentale in quelle circostanze lo avevano giocato Hamid al-Sufi e il terrorista algerino di origini mauritane, Adaha Nahi Abdullah. Gli esponenti di Al Qaeda hanno fatto sapere che, fino a quando non avranno nuovi ordini, non intendono entrare in contatto con nessun mediatore. Sembra infatti che vogliano prima trovare un posto più sicuro dove portare gli ostaggi e temono che, durante le trattative, le comunicazioni con i mediatori possano essere intercettate e i loro covi possano quindi divenire obiettivo di un blitz da parte delle forze di sicurezza dei Paesi africani. Per evitare che i mediatori possano tradirli, i terroristi hanno escogitato negli ultimi anni un meccanismo molto complesso che rallenta la macchina della trattativa. Viene dato a un mediatore un primo appuntamento in un luogo nel deserto in modo da controllare se si muove da solo o se invece è seguito dalla sicurezza locale. In quel luogo il mediatore trova una scatola con i dati per un secondo appuntamento, durante il quale viene a sapere che i terroristi lo contatteranno nell'arco di pochi giorni e solo allora ci sarà il primo vero incontro che i rapitori fissano in cambio di derrate alimentari e medicine. Intanto, con il consenso delle autorità, è stata organizzata dall’opposizione mauritana una manifestazione in segno di protesta contro il deterioramento della sicurezza nel Paese e i rapimenti di cittadini stranieri. I partiti dell'opposizione, con a capo il leader dell'Assemblea nazionale Massoud Ould Belkheir, hanno fatto appello al popolo mauritano a scendere in piazza questa sera a Nouakchott, la capitale, per chiedere un miglioramento delle condizioni di sicurezza e anche per protestare contro l’eccessivo incremento dei prezzi di alcuni generi alimentari. In occasione della manifestazione, annunciata dalla televisione di Stato e da molti quotidiani locali indipendenti, sono state predisposte ingenti misure di sicurezza. Il presidente Mohamed Ould Abdelaziz, ex leader della giunta militare responsabile del golpe del 2008, poi eletto alla guida dello Stato con il voto di luglio, aveva promesso in campagna elettorale che la lotta al terrorismo sarebbe stata una delle sue priorità. Tuttavia, dopo il rapimento dei tre spagnoli, il leader si è giustificato affermando che il potenziamento delle forze di sicurezza e dell'esercito «non può essere realizzato dall'oggi al domani».