Un Paese che non c'è più
Afghanistan, i migranti scappano a piedi dai talebani: la "rotta balcanica" verso l'Europa inizia così
Centinaia di cittadini disperati stanno cercando di scappare a piedi dall'Afghanistan e dalla furia crescente dei talebani. Chi non ha potuto imbarcarsi negli ultimi voli in partenza dall'aeroporto di Kabul verso l'Europa e gli Stati Uniti, ha deciso di dirigersi verso l'impervio confine con l'Iran e cercare di varcarlo a piedi, arrampicandosi tra i monti. Le immagini di questo drammatico esodo stanno già circolando su Twitter: l'obiettivo è quello di arrivare fino in Turchia, diversi giorni di estenuante cammino, per poi intraprendere l'ormai tristemente nota "rotta balcanica" che attraverso la Grecia e l'ex Jugoslavia conduce alle porte dell'Unione europea, il Friuli Venezia Giulia, la Slovenia, l'Ungheria. Scene già viste nel biblico "assalto" all'Europa del 2015, con centinaia di migliaia di persone in fuga dalla guerra in Siria e dalla fame.
Nel frattempo, il "governo inclusivo" dei talebani non si è ancora formato ma lascia già intendere la direzione. Mentre nei talk televisivi giornalisti vestiti "all'occidentale" sono scortati a vista da miliziani talebani in studio con il mitra sparato, e le colleghe donne sono state costrette a fuggire dal Paese dopo pochi giorni di nuovo regime, diverse fonti riferiscono di "indizi concreti di ritorno al passato". Non solo diritti civili negati, dunque, ma obbligo di barba lunga per gli uomini, frustate in pubblico per chi indossa jeans e altri capi d'abbigliamento da "infedeli", divieto di classi miste nelle scuole, già annunciato in diverse province. Anche la musica, come da rigida interpretazione della Sharia, è proibita agli afghani. E la recente esecuzione del cantante folk Fawad Andarabi, freddato davanti alla famiglia con un colpo alla testa nella regione dell'Hindukush, è già diventato il triste simbolo di un passato che ritorna.