Fino alla fine

Afghanistan, l'ambasciatore italiano Stefano Pontecorvo ancora all'aeroporto di Kabul: "Mentre tutti scappavano, lui è rimasto a salvare vite"

“Mentre tutti scappavano, un italiano è rimasto a coordinare l’aeroporto di Kabul, ultimo avamposto diplomatico in Afghanistan per quasi tutto il mondo”. Così Guido Crosetto con un tweet ha reso omaggio all’ambasciatore Stefano Pontecorvo, fotografato mentre è in prima linea per gestire il traffico all’aeroporto internazionale, a costo di mettere a rischio la sua stessa vita (e infatti non a caso indossa un giubbotto antiproiettile).

 

 

Nato a Bangkok il 17 febbraio 1957, Pontecorvo lavora in campo diplomatico da oltre 30 anni: dal 2013 al 2015 ha ricoperto il ruolo di consigliere del ministro della Difesa italiano, occupandosi di questioni politico-militari della Nato, incluso l’Afghanistan. Tra i suoi precedenti incarichi spiccano quelli di vice capo missione presso le ambasciate italiane di Londra e Mosca. Dopo le prime ore frenetiche immediatamente successive alla presa della capitale Kabul da parte dei talebani, Pontecorvo ha assistito a un progressivo miglioramento della situazione all’aeroporto, tornata sotto controllo.

 

 

Nelle ultime ore il diplomatico italiano ha condiviso sul suo profilo Twitter un post di Crosetto sull’importanza del lavoro che è in corso all’aeroporto internazionale: “Il primo modo per combattere l’integralismo talebano, oggi, è dare rifugio e aiuti a chiunque rischia di essere perseguitato dal nuovo regime e a quelle che sarebbero le prime vittime: le donne che hanno creduto di poter essere libere di scegliere”.

 

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