Clima, è pronta la bozza

Franci Belotti

Nel giorno conclusivo del vertice, a Copenaghen è pronta la bozza d’accordo da sottoporre all’esame dei “grandi del mondo”: l’aumento della temperatura globale del pianeta dovrà essere tenuto entro i 2 gradi centigradi sui livelli pre-industriali e i Paesi poveri saranno finanziati con un fondo di 100 miliardi di dollari entro il 2020 per adottare tecnologie ‘pulite' e affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici.  Queste le linee-guida anticipate da due fonti che hanno partecipato ai negoziati. Tuttavia la resistenza della Cina e dell'India a un'intesa rimane forte e per questo si attende l'arrivo del presidente degli Stati Uniti Barack Obama per superare le ultime difficoltà, se la cosa sarà possibile. Il negoziato notturno avrebbe avuto momenti di tensione, in particolare per un intervento contro i Paesi industrializzati del rappresentante sudanese Lumumba Stanislas Dia-Pin, a nome del G77 (i Pvs), cui il Segretario di Stato Usa Hillary Clinton ha rifiutato di ridare la parola. Rigida anche la posizione dell'Arabia Saudita. Le isole Grenadine e Maldive, che avevano chiesto un limite di 1,5 gradi, avrebbero invece dato prova di “flessibilità”, accettando che l'obiettivo venga rinviato alla fine del secolo. "Hanno capito tutti che bisognava presentare un testo oggi", ha commentato un diplomatico europeo, dopo che ieri più voci, dal cancelliere tedesco Angela Merkel, al presidente francese Nicolas Sarkozy, al segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, ai rappresentanti cinesi hanno ammonito sull'incombente rischio di un fallimento del vertice. Le trattative si sono bloccate sulla ripartizione degli sforzi, sia finanziari, sia in termine di obiettivi di riduzione dei gas ad effetto serra, con uno scontro frontale fra le istanze dei due principali inquinatori del mondo, Cina (prima in assoluto) e Usa (secondi in assoluto e di gran lunga primi pro capite) e con un diffuso malcontento da parte dei Pvs e dei Paesi emergenti, preoccupati dal rischio di essere marginalizzati. Il presidente Usa Barack Obama è in arrivo oggi e l'attesa, come ha detto ieri il presidente della Commissione Ue Manuel Barroso, è che si impegni in un taglio delle emissioni maggiore di quello previsto finora dagli Usa (-17% nel 2020 rispetto al 2005). Obama dovrebbe incontrare il premier cinese Wen Jiabao a margine dei colloqui sul clima. Secondo fonti Usa, sono stati fatti progressi soprattutto in materia di verifica e monitoraggio degli effettivi tagli dei gas serra nei Paesi emergenti, uno dei punti su cui la Cina ha mostrato maggiori resistenze. Ieri gli Usa hanno annunciato che parteciperanno al finanziamento dei 100 miliardi di dollari di aiuti per i Pvs, ma non hanno fornito un impegno preciso.