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Parlamento Europeo, arrestato per spionaggio un reporter al servizio di Putin: l'ira di Joe Biden

Il braccio di ferro tra Mosca e Praga continua. Alla tensione degli ultimi mesi si sono aggiunte nuove fratture con gli altri Paesi ex-sovietici, dalla Polonia all'Ungheria ai Paesi Baltici, che lo scorso 10 maggio hanno denunciato le "attività aggressive e militari" della Russia, che "continuano a mettere a repentaglio la sicurezza euro-atlantica". Una denuncia che era indirizzata alla Nato in vista del vertice che si terrà lunedì 14 giugno al quale parteciperà il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, convinto atlantista. Ieri 10 giugno, riporta il Messaggero, la Polonia ha arrestato un ex giornalista sospettato di attività di spionaggio e attività sovversive in Polonia e nel Parlamento europeo.

 

 

La presunta spia, Janusz N., secondo il portavoce dei servizi di intelligence polacchi, Stanislaw Zaryn, aveva il compito di "indebolire la posizione delle Polonia all'interno dell'Unione Europea e sul palcoscenico internazionale, in linea con le attività di guerra informatica esercitate dalla Russia". I metodi di disinformazione e propaganda che lo spionaggio di Mosca avrebbe applicato contro l'ex Stato satellite, sono i temi sui quali Joe Biden intende incalzare Vladimir Putin nell'incontro bilaterale che i due terranno a Ginevra dopo il summit Nato. Il presidente degli Stati Uniti vuole insomma dare un ultimatum al presidente russo sull'azione di spionaggio e destabilizzazione ai danni dell'Ue e repressione dei diritti civili dei propri cittadini.

 

 

 

L'arresto della presunta spia che doveva destabilizzare il rapporto della Polonia con l'Unione Europea diventa dunque particolarmente rilevante su questo sfondo. Al quale peraltro, si era aggiunta, il giorno precedente, la notizia clamorosa che un tribunale di Mosca aveva messo fuorilegge come estremiste le organizzazioni politiche guidate dal dissidente russo Aleksey Navalny, che è in prigione da mesi.