Sarkozy avvisa i musulmani:

Albina Perri

Dopo i clamori del “no” svizzero ai minareti, il capo dello stato francese, Nicolas Sarkozy, esce dal riserbo fin qui mantenuto e entra nel dibattito. Lo fa in modo netto, rivolgendosi ai “compatrioti musulmani” e mettendo in guardia le religioni dall’ “ostentazione” e dalla “provocazione”. Il capo dell'Eliseo apprezza il “metissage”, cioè il melting pot, manon il comunitarismo identitario. Il primo è la volontà di vivereinsieme, il secondo è la scelta di vivere separatamente. Quindi, primadi “offendere gli svizzeri perchè la loro risposta non ci piace ecommettere quindi – spiega il capo dello stato, Nicolas Sarkozy - lostesso errore che i media fecero condannando il no francese allaCostituzione europea del 2005, faremmo meglio a interrogarci su ciò cherivela. Perchè in Svizzera, paese che ha una lunga tradizione diapertura, di ospitalità, di tolleranza, un tale rifiuto può esprimersicon tale forza?”.  Il presidente francese afferma che “l’identitànazionale è l'antidoto al comunitarismo, perché i popoli d'Europa sonoaccoglienti, tolleranti, è nella loro natura e nella loro cultura. Manon vogliono che il loro ambito di vita, il loro modo di pensare e leloro relazioni sociali vengano snaturate. E la sensazione di perderel'identità può essere una causa di profonda sofferenza. Lamondializzazione contribuisce a ravvivare questo sentimento”. Aipatrioti mussulmani, Sarkosky promette che farà “di tutto perché sisentano cittadini come gli altri e possano praticare la loro religionecon la stessa libertà e la stessa dignità, combattendo ogni forma didiscriminazione”. Ma, “voglio dire loro che, nel nostro paese, dove laciviltà cristiana ha lasciato una traccia così profonda, - aggiunge ilpresidente francese - dove i valori della repubblica sono parteintegrante della nostra identità nazionale, tutto ciò che potrebbeapparire come una sfida lanciata a quest'eredità e a questi valoricondannerebbe alla sconfitta l'instaurazione così necessaria di unislam di Francia”. Quindi, mettendo al bando a ogni ostentazione e ogniprovocazione, coscienti della fortuna che hanno di vivere in una terradi libertà, ognuno deve praticare il suo culto con l'umile discrezioneche testimonia non convinzioni tiepide ma il rispetto fraterno che siprova per colui che non la pensa come noi e con il quale si vuolevivere”. Il clamore sul referendum svizzero si è innestato in Francia sulle già virulente polemiche a proposito del grande dibattito sull’identità nazionale che sta diventando una specie di tormentone in tv, sui giornali, nelle case e nei caffè. Persino l'ex calciatore Eric Cantona si è espresso, oggi, affermando che “essere francesi” non è “cantare la Marsigliese” ma “essere rivoluzionari”. E su tutto quello che a proposito di immigrati e musulmani, hanno detto nelle ultime settimane i ministri degli Interni, Brice Hortefeux, e dell'Immigrazione, Eric Besson, ha avuto parole di fuoco l'attrice Isabelle Adjani: “dal loro agire esalano fetori nauseabondi di una Francia alla Vichy particolarmente indigesta”.