Gli accordi
Vaccino, la clausola del contratto: "Ad ogni ordine aggiuntivo cresce il prezzo". Europa fregata dalle case farmaceutiche
Una clausola nei contratti stipulati dalla Commissione europea con le aziende farmaceutiche che producono il vaccino anti coronavirus prevede un aumento dei prezzi per ogni ordine aggiuntivo. Riporta il Fatto quotidiano che "il prezzo medio pagato dalla Commissione Ue a Pfizer Biontech per le prime 300 milioni di dosi di vaccino è stato di 15,50 euro a dose. È il risultato dei 17,50 euro pagati per le prime 100 milioni di dosi, dei 13,50 euro sborsati per le altre 100 milioni e dei 15,50 euro per le 100 milioni di dosi aggiuntive acquistate nel novembre 2020".
Secondo il contratto firmato dalla commissaria alla Sanità, Stella Kyriakides, si prevedeva un anticipo di 700 milioni di euro sul totale di 4,6 miliardi. La Commissione ha fatto un nuovo accordo con Pfizer Biontech a febbraio per altre 300 milioni di dosi e secondo quanto scrive il Fatto ha pagato più di 15,50 euro. Una clausola del contratto stabilirebbe infatti che "per ogni ordine aggiuntivo effettuato e concordato" dopo il via libera dell'Ema ma entro i due anni dalla firma, il prezzo sarà di 17,50 euro.
Quindi, a conti fatti, il totale incassato dalle due compagnie sarebbe 5,2 miliardi di euro. La stessa presidente della Commissione, Ursula Von der Leyen, ha raccontato che Bruxelles "sta entrando in un negoziato con Pfizer Biontech" per "la consegna di 1,8 miliardi di dosi nel periodo 2021-2023". E il premier bulgaro Boyko Borisov ha detto che il prezzo si aggira sui 19,50 euro per dose. Quindi Pfizer e Biontech otterrebbero altri 35 miliardi di euro, portando il totale a 44,8 miliardi.
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Nel contratto Pfizer si legge: "La Commissione, a nome degli Stati membri, dichiara che () la somministrazione dei vaccini sarà condotta in base alla responsabilità esclusiva degli Stati membri". Vale anche per "morte, lesioni fisiche, lesioni mentali o emotive, malattia, invalidità, perdita o danno a proprietà, perdite economiche o interruzione dell'attività" connesse ai vaccini. L'azienda risponde solo per "dolo" o "difetto di qualità" da valutarsi sulla base delle "Linee guida Ue per le buone pratiche di fabbricazione dei medicinali". E ancora: "Il Contraente (privato, ndr) e i suoi affiliati non saranno in ogni caso responsabili per ritardi nelle consegne".