Violenza
Viola il coprifuoco, "per punizione fallo 300 volte": così la polizia ha ammazzato questo ragazzo
Darren Manaog Penaredondo, 28 anni, è morto alla periferia di Manila, nelle Filippine, dopo essere stato costretto dalle forze dell’ordine a fare circa 300 squat come punizione per aver violato il coprifuoco. Lo ha raccontato la compagna del 28enne, Reichelyn Balce. Il suo ragazzo sarebbe stato scoperto in un negozio locale a comprare una bottiglia d’acqua dopo l’orario limite del rientro a casa fissato alle 18. Le forze dell’ordine avrebbero allora costretto lui e i suoi amici a fare 100 squat, con l’esercizio che sarebbe stato ripetuto più volte al fine di far si che tutti i fermati si muovessero in maniera simultanea.
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Una tortura in piena regola che ha fortemente complicato lo stato fisico del 28enne filippino che è morto due giorni dopo il grande sforzo fisico. “Quando è tornato a casa venerdì, intorno alle 8 del mattino, era distrutto – ha detto la compagna della vittima a Rappler – Ho chiesto se fosse stato picchiato. Non ha voluto rispondere, ma era ovvio che soffriva. Non era in grado di stare in piedi per il resto della giornata e strisciava sul pavimento perché le gambe e le ginocchia gli facevano troppo male”.
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Ore dopo il dolore ha portato ad alcune convulsioni e si è reso necessario l’intervento di un vicino di casa che ha rianimato il 28enne che ha ripreso coscienza, salvo poi risentirsi male poco dopo e morire. Ora amici e familiari chiedono che venga fatta giustizia, ma sarebbe già iniziato lo scarica barile delle forze dell’ordine che starebbero provando a rimpallarsi le responsabilità. L'unità di guardia del villaggio locale dichiara di aver consegnato Penaredondo alla pulizia municipale dopo l’arresto, ma quest’ultima nega di aver sottoposto il ragazzo ai 300 squat. Intanto il governo delle Filippine ha prorogato di una settimana il lockdown generale per ridurre i contagi mentre gli ospedali della capitale e di altre regioni più remote sono vicini al collasso. Finora le Filippine hanno registrato più di 795 mila casi e 13.425 morti, secondo Paese più colpito del Sud-Est asiatico dopo l’Indonesia.
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