Cosa non torna
Meghan Markle e Harry, "matrimonio mai celebrato". L'arcivescovo di Canterbury contro i Duchi: ipotesi disastrosa
Un "reato grave". Justin Welby, arcivescovo di Canterbury dal 2013, commenta la fuga di notizie sul presunto matrimonio reale "anticipato" tra Harry e Meghan Markle, che il 65enne capo de facto della Chiesa d'Inghilterra (in pratica, il numero 2 dopo la Regina Elisabetta) avrebbe celebrato pochi giorni prima quello ufficiale del 19 maggio 2018. Un fatto insolito e irrituale, che sta alimentando il gossip selvaggio sulla Corona inglese, già travolta dallo scandalo dell'intervista alla giornalista americana Oprah Winfrey con cui i duchi di Sussex hanno gettato discredito sulla famiglia e sulla stessa istituzione monarchica inglese.
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Sono stati gli stessi Meghan e Harry a rivelare l'avvenuta cerimonia segreta, lontano dai riflettori e dal codazzo degli invitati nobili ed eccellenti, quasi a confermare la loro natura "altra" rispetto alle regole e alla rigidissima etichetta di Buckingham Palace. Come se i due, ormai da mesi "fuori" dalla cerchia della Regina con gran dolore della nonna coronata, volessero affermare la loro estraneità a quel mondo (come ribadito, peraltro, dalle loro scelte successive e dal clamoroso strappo con la fuga Oltreoceano). Facilissimo immaginare come l'indiscrezione secondo cui il braccio destro religioso della Regina si fosse piegato al "capriccio" dei due giovani reali abbia messo in grave difficoltà l'arcivescovo e la Chiesa anglicana tutta.
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"Ho incontrato più volte, in ambito privato e pastorale, i duchi del Sussex prima della cerimonia ufficiale del 19 maggio 2018 - ha spiegato l'arcivescovo Welby a Repubblica, tagliando corto -. Quel giorno c'è stato il matrimonio. Se avessi firmato il certificato un giorno diverso, avrei commesso un reato grave. Il matrimonio ha avuto luogo il 19 maggio". Una perentorietà che è, una volta in più, uno schiaffo in faccia ai duchi ribelli.