Carla incontra il Dalai Lama

Eloisa Palomba

Parigi - Un incontro che potrebbe suscitare diverse polemiche da parte della Cina, quello avvenuto stamane tra la premiere dame francese, Carla Bruni, e il capo spirituale buddista, il Dalai Lama. La Bruni ha raggiunto il tempio buddista di Lerab Ling, a Roqueredonde nell'Herault, nel sud della Francia, per incontrarsi con il leader tibetano a porte chiuse. Con lei anche il ministro degli esteri Bernard Kouchner e il segretario di stato ai diritti umani Rama Yade, che hanno assistito alla cerimonia di inaugurazione del tempio Lerab Ling e incontrato il  grande capo spirituale. La presenza del Dalai Lama  in Francia durante i Giochi ha procurato parecchi pensieri al presidente Nicolas Sarkozy, che è stato ampiamente criticato per aver rifiutato di incontrare il leader tibetano. Il tacito scopo della presenza della Bruni alla cerimonia è proprio quello di appianare le polemiche. Infatti, l'ambasciatore cinese in Francia aveva avvisato che ci sarebbero state "serie conseguenze" se il presidente francese avesse incontrato il Dalai Lama. Sarkozy aveva risposto bruscamente che non era la Cina a dettare la sua agenda, ma si era comunque rifiutato di incontrare il leader spirituale durante la visita in Francia. Lo ha fatto per lui,  oggi,la sua consorte Carla. "La marcia verso la democrazia è la sola soluzione" che può permettere alla "Cina di guadagnarsi la sua rispettabilità nella comunità internazionale". Lo ha detto il Dalai lama al ministro degli esteri francese Bernard Kouchner."Sua Santità - ha proseguito Matthieu Ricard, monaco buddista e interprete francese del Dalai Lama - ha sottolineato il fatto che la Cina è una grande potenza, il Paese più popolato al mondo e con una immensa cultura". Ma, ha riportato Ricard, "per guadagnarsi rispetto e credibilità presso la comunità internazionale la marcia verso la democrazia è l'unica soluzione possibile. La sola buona per la Cina e per il Tibet".  Il capo buddista ha ricordato poi che in settembre ci sarà una riunione del parlamento tibetano in esilio "che potrebbe definire delle nuove opzioni da proporre al governo cinese" durante l'incontro fissato per il prossimo ottobre. Fermo restando che, per il Dalai lama, il futuro del Tibet deve essere deciso "in modo assolutamente democratico" dal parlamento tibetano.