Mosca minaccia la Nato
Le polemiche dei giorni scorsi si fanno sentire in ambito diplomatico: il viceministro degli Esteri russo, Alexander Grushko, citato dall’agenzia di stampa Interfax, ha affermato che il governo di Mosca starebbe “rivedendo” i suoi rapporti con la Nato e questa scelta “avrà certamente degli effetti sul programma di cooperazione militare”. La dichiarazione è stata diffusa nel corso della mattinata e vale come risposta alla posizione presa dalla Nato durante la riunione dei ministri degli esteri in quel di Bruxelles martedì scorso, dal quale è uscito un documento che afferma che “qualcosa è destinato a cambiare” nei rapporti tra Nato e Russia alle luce del conflitto in Georgia. Ieri il ministro della Difesa norvegese, Jaap de Hoop Scheffer, aveva dichiarato che la Russia ha informato le autorità di Oslo dell’intenzione di Mosca di “congelare tutte le attività in materia di cooperazione militare” con l’Alleanza atlantica. E’ la Nato ad avere “più bisogno” del sostegno russo più che il contrario: è invece la posizione espressa ieri del ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, in particolare in Afghanistan, dove l’organizzazione “si gioca il suo avvenire”. Lavrov è tornato a farsi sentire oggi: la Russia non vuole “sbattere la porta in faccia alla Nato”, ma minaccia che dipenderà solo dall’Alleanza e dal suo incondizionato sostengo a Tbilisi l’eventuale fallimento delle relazioni con Mosca. Rapporti freddi anche con Israele - Nel frattempo giunge la dura condanna del governo israeliano alla scelta di fornire armi russe alla Siria. Il ministro degli Esteri, Tzipi Livni, ha affermato che Israele e Russia hanno un comune interesse a evitare di destabilizzare il Medio Oriente e così la fornitura di materiale militare sarebbe “uno sbaglio”. La scorsa notte il presidente Medvedev e il premier israeliano Olmert si sono sentiti telefonicamente. La Livni ha dichiarato: “La Russia ha i suoi interessi in questa regione che nessuno intende destabilizzare. Stando a questa valutazione è nel comune interesse di Israele, della Russia, di leader pragmatici e di Stati della regione non mandare questo tipo di armi alla Siria”. D’altra parte la Russia ha il diritto di tutelare la propria sicurezza ed i propri interessi: è il pensiero di Khaled Mashall, leader dell’ufficio politico di Hamas, in esilio nella capitale siriana, Damasco. Mashall ha espresso così l’appoggio del movimento palestinese alle azioni di Mosca nella crisi in Georgia.