Europarlamentari all'attacco:
Si sentono svantaggiate, escluse dalla politica e dalleopportunità professionali e sociali riservate agli uomini, e per questoinvocano le quote rosa. Sono le parlamentari europee della nuova squadra diJosè Manuel Durao Barroso. Giacca e cravatta, capello in testa e curriculum inmano, una trentina di eurodeputate dei cinque gruppi (alcune anche con baffifinti) hanno manifestato davanti alla sede del Consiglio Ue, dove giovedì i capidi Stato e di governo dell'Unione europea decideranno la nomina del primo presidente stabilee del nuovo alto rappresentante della politica estera della Ue. Tra di loro,una sola donna: la cancelliera tedesca Angela Merkel. Le eurodeputate deicinque più grandi gruppi del parlamento europeo hanno stretto un patto secondoil quale se le commissarie non saranno almeno otto, pari ad un terzo dei 27posti disponibili, la Commissione Ue sarà bocciata quando si presenteràall'europarlamento per ottenere il via libera. “La richiesta di otto è ilcompromesso raggiunto tra di noi”, sottolinea la vicepresidente dei VerdiRebecca Harm. “Gli uomini scelgono altri uomini, ma le donne qualificate inEuropa sono molte - protesta la finlandese Anneli Tuulikki J„„tteenm„ki, il cuicurriculum comprende due anni come ministro alla giustizia e due mesi come primoministro della Finlandia - Sono qui per dire che è ora di finirla. L'Unioneeuropea non è l'Unione sovietica”. Vorrebbero la parità di trattamento e glistessi diritti. “Per ogni posto di responsabilità Ue, i governi nazionalidevono presentare un candidato uomo ed uno donna, con la stessa competenza, perpoter poi scegliere garantendo equilibrio - rincara Isabelle Durant, exministro belga ai trasporti ed ex vice premier - .I governi e Barroso devonodarci delle risposte. L'ideale sarebbe avere il 50% dei posti”. Nata insordina, tra poche veterane delle istituzioni europee, tra le quali la vicepresidente della Commissione Margot Wallstrom, la lobby rosa è diventata unmovimento trasversale, da destra a sinistra, e rischia di complicareulteriormente il rebus delle nomine. Oltre ad indicare a Barroso la quota minimadi commissarie, sotto la quale minacciano la bocciatura, le eurovip chiedono aileader di considerare la candidatura di donne alla presidenza stabile. Il nomepiù gettonato è quello dell'irlandese Mary Robinson, 65 anni, ex presidentedell'Irlanda ed ex commissario Onu per i diritti umani, socialista. Oppure, nelcaso si confermasse la poltrona ad un popolare, l'ex presidente della Lettonia,Vaira Vike-Freiberga, 71 anni, soprannominata “la dama di ferro”. E, intanto, Barroso corre ai ripari. Dopo lanomina della ministra degli affari europei Cecilia Malstrom da parte dellaSvezia, anche l'Irlanda ha indicato unadonna, Maire Geoghegan-Quinn, 59 anni, ex ministro alla giustizia, come lororappresentanti nella nuova commissione. E diventa più probabile la confermadelle commissarie uscenti, la lussemburghese Viviane Reding, l'olandese NeelieKroes, la britannica Catherine Ashton e la cipriota Androulla Vassiliou. A dareuna mano a Barroso, potrebbero arrivare anche la Bulgaria, con la parlamentareeuropea Rumiana Jeleva, e la Danimarca, che potrebbe inviare a Bruxellesl'attuale ministro all'agricoltura Eva Kier Hansen.