Così no
Donald Trump positivo al coronavirus, rivolta degli agenti dei servizi segreti: "Trattati come merce, ma non possiamo dire no"
Il coronavirus sta diventando un problema per Donald Trump. E no, non si tratta soltanto di salute stavolta, per quanto le condizioni del presidente americano preoccupino vista l’età e la costituzione fisica: a risultare positivi sono stati anche gli agenti del Secret Service che hanno viaggiato con Trump nei giorni precedenti alla conferma del suo contagio. A renderlo noto è la Cnn, secondo cui la preoccupazione sta crescendo a dismisura all’interno del corpo che si occupa della protezione degli inquilini della Casa Bianca. L’accusa nei confronti del presidente è di trascurare totalmente la salute di chi viaggia con lui con lo scopo di proteggerlo: una chiara dimostrazione di ciò è che Trump abbia deciso di fare un giro in macchina per mera campagna elettorale, esponendo al contagio chi è stato costretto ad accompagnarlo, essendo il presidente ancora positivo.
“Non avrebbe dovuto accadere”, ha denunciato un agente in servizio dopo lo spettacolo allestito ieri, aggiungendo che ai due colleghi che si trovavano in auto con Trump non è stato chiesto di mettersi in quarantena. “Non vorrei trovarmi accanto a loro - ha dichiarato - ma la frustrazione per il modo in cui siamo trattati quando vengono prese decisioni su questa malattia è iniziata prima di ieri. Non siamo merce usa e getta ma non possiamo dire di no”. Queste voci hanno costretto la Casa Bianca a precisare che per il giro in macchina sono state adottate “misure appropriate”, peccato che non ce ne siano per un positivo che entra a contatto con altre persone non infette.
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