Turisti sulle orme di San Paolo

Albina Perri

Percorrendola, Saulo rimase folgorato da Dio e divenne instancabile pellegrino di fede. Accadeva duemila anni fa. Ora la Via di Damasco torna a rivivere e l’occasione migliore non poteva che essere proprio l’Anno Paolino, quando sono centinaia i fedeli che vogliono ripercorrere i passi di San Paolo. Un cantiere a cielo aperto, con dimore damascene che tornano al loro antico splendore e vengono trasformate in hotel; ruspe e mezzi impegnati a ridare vita ad un centro storico per anni trascurato. La Via di Damasco diventa anche una opportunità da non sprecare per la Siria, che a livello internazionale deve fare i conti con l’appellativo di “Stato canaglia” nella guerra contro il terrorismo islamico. “Siamo un Paese dove le religioni e le diverse culture vivono in armonia, fieri di essere stati la culla del cristianesimo e dell’islam”, spiega il ministro del Turismo siriano Sadallah Agha Al Kalaa. Ad esempio viene portata la moschea Omayyade di Damasco, dove cristiani e musulmani pregano davanti alla tomba di San Giovanni, ovvero il profeta Yahaya per gli islamici. Gruppi di fedeli cattolici che recitano il Padre Nostro e musulmani che recitano le loro litanie. In effetti, di questi tempi e anche nel passato, non è facile assistere a scene come queste in Medio Oriente. “Quella che sta succedendo qui è molto positivo”, racconta padre Cesare Atuire, amministratore delegato dell’Opera romana pellegrinaggio, impegnata a riorganizzare il turismo religioso verso la Siria. Che ammette: “Anche se non è un sistema perfetto, non ho visto niente di simile in altri Paesi del Medio Oriente”. Un sistema nel quale i turisti, entrando nei caffè dove i giovani locali si rilassano fumando il narghilè, possono ordinare bevande alcoliche, mentre nelle strade non passeggiano solo donne velate, ma anche ragazze in jeans. I dati forniti dal ministero del Turismo indicano che “gli investimenti nel settore, dove è già impiegato il 14% della popolazione, sono raddoppiati negli ultimi cinque anni e rappresenta il 15% del totale”. Così la Siria nel 2007 è risultata seconda nella classifica delle nazioni come crescita del business di viaggi. In ottobre la Conferenza episcopale italiana compirà un pellegrinaggio in quella parte della Siria, con più di 130 vescovi accompagnati dal segretario generale della Cei, monsignor Giuseppe Betori. “In un viaggio di poche centinaia di chilometri e di migliaia di anni di storia”, assicura il ministro Al Kalaa, “è possibile seguire le tracce e i fantasmi di antichi imperi, re e regine, dei, guerrieri, commercianti e crociati”. Un cammino affascinante dal profumo d’Oriente.