Il fratello di Karzai

Silvia Tironi

Tra le pagine del quotidiano britannico TheTimes è spuntata di recente la notizia che i servizi segreti italiani avrebberopagato le milizie talebane, per controllare e mantenere calma la regione afghanadi Sarobi. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha smentito la notiziaaccusando il giornale di pubblicare solo spazzatura. La pratica dei servizisegreti di controllare gruppi tribali e signori della guerra nelle aree calde interessateda conflitti armati allungando qualche mazzetta, sembra abbastanza diffusa e per certi versi ancheinevitabile. Secondo quanto riporta il New York Times,  Ahmed Wali Karzai, fratello del presidente afghanouscente e ancora in lizza per il ballottaggio del prossimo 7 novembre, è daotto anni sul libro paga della Cia. Wali Karzai avrebbe svolto per conto deiservizi segreti americani varie prestazioni ben remunerate che gli hannoconsentito di diventare un importante trafficante di droga.  Le collaborazioni che il fratello delcandidato presidenziale intratteneva con la Cia erano ad "ampiospettro", un funzionario di alto livello dell'amministrazione americana loha addirittura definito "il nostro padrone di casa". Il suo ruolo èstato cruciale per gli americani snella zona di Kandahar, dove Ahmed WaliKarzai ha contribuito a mettere in piedi un gruppo paramilitare -la KandaharStrike Force- che affiancava i soldati americani nella ricerca ed eliminazionedei miliziani più ricercati. Wali karzai si è affrettato a smentire le accuseper non danneggiare il consenso del fratello in vista delle elezioni. "Nonconosco nessuno che faccia parte della Cia - ha detto - Non ho mai ricevutodenaro da alcuna organizzazione. Aiuto gli americani dovunque mi trovi e seposso. È mio dovere, come afghano".