Un altro suicidio in Telecom

Carlotta Clerici

Ancora un suicidio, il venticinquesimo dall'inizio del 2008, tra i dipendenti di France Telecom. La radio France Info ha riferito che un ingegnere 48enne della società di telecomunicazioni francese si è tolto la vita impiccandosi nella sua abitazione nella città settentrionale di Lannion. L'uomo era in permesso per malattia, secondo quanto gli era stato ordinato dal medico della società. E pensare che, il 5 ottobre scorso, in seguito all'ondata di suicidi fra i dipendenti, si era anche dimesso il numero due di France Telecom, Louis Pierre Wenes, sostituito, con effetto immediato, da Stephane Richard, ex capo di gabinetto del ministro dell'economia Christine Lagarde e considerato vicino al presidente Nicolas Sarkozy. Wenes, 60 anni, era arrivato a France Telecom nel dicembre del 2002 come direttore degli acquisti e per il miglioramento della performance. Nel 2005 era diventato supervisore del piano di modernizzazione “Next” e nel 2006 era stato incaricato delle operazioni in Francia e la trasformazione dell'ex gruppo pubblico, privatizzato nel 1998. Da febbraio Wenes era anche direttore generale aggiunto. La sua sostituzione era arrivata dopo un crescendo di proteste dell'opposizione e del sindacato per l'ondata dei suicidi fra i dipendenti. L'ultimo a togliersi la vita era stato, il 28 settembre scorso, il 51enne Jean Paul Rouanet, che si era buttato da un ponte poco dopo essere stato trasferito a lavorare nel call center dell'azienda. Il nuovo suicidio aveva provocato un'ondata di scioperi selvaggi negli uffici di France Telecom e rafforzato le richieste di dimissioni del direttore generale Didier Lombard e di Wenes, considerato responsabile del “clima di terrore” fra i dipendenti.