Libia, accolto come un eroe

Dario Mazzocchi

È rientrato in patria come un eroe il terrorista libico Abdelbaset Al Megrahi, appena rimesso in libertà per ragioni umanitarie dalla Scozia, dove era detenuto per l’attentato di Lockerbie. Se Londra aveva chiesto sobrietà nell’accoglienza a Tripoli, il governo della Libia non ha prestato minimamente ascolto all’appello d’Oltremanica: all’aeroporto della capitale si sono viste scene di giubilo. Ostaggio politico - “Megrahi è stato sempre un ostaggio politico”, ha battuto l’agenzia libica Jana, mentre fuori dall’aereo che ha riportato Al Megrahi a casa sventolavano pure le bandiere scozzesi. Gli scatti hanno fatto il giro del mondo e hanno provocato la forte reazione della Gran Bretagna: il prossimo mese il principe Andrew sarebbe dovuto volare in Libia per una missione commerciale, ma il viaggio dovrebbe essere a questo punto annullato. “È stata una manifestazione profondamente avvilente”, ha commentato il segretario agli Affari esteri inglese David Miliband che ha colto l’occasione per negare qualsiasi coinvolgimento dell’esecutivo al quale appartiene sulla liberazione del terrorista, giocando allo scaricabarile con le autorità scozzesi. La festa - Dopo aver volato a bordo dell'aereo personale di Gheddafi, con uno dei figli del leader, Al Megrahi è stato accolto da centinaia di giovani all'aeroporto internazionale Maatiqa di Tripoli. I media di Stato, che hanno definito Megrahi "il loro amato figlio", non avevano annunciato il suo arrivo, i giornalisti sono stati tenuti lontani. Il raduno nella centralissima Piazza Verde dove una fonte aveva previsto la comparsa di Megrahi davanti a migliaia di persone, era stato indetto per celebrare il Giorno della gioventù libica. Sembra inoltre che sia prevista una cerimonia ufficiale per dare il benvenuto all'ex 007.